Le positive anomalie della Copan

Non è il primo anno che Copan sorprende per la sua redditività. Dal 2007 al 2010 la società guidata da Daniele Triva è passata da un fatturato di 31,95 milioni a un monte ricavi pari a 50,73 milioni di euro. Nello stesso lasso di tempo, l'azienda di via Perotti è stata pure capace di alzare la soglia dell'utile da 1,83 a 7,91 milioni. Eppure i fatti straordinari riportati nel bilancio di Copan sono altri e non hanno nulla a che vedere con eventuali plusvalenze.
La prima positiva anomalia registrata dalla società bresciana riguarda la scelta di condividere con i propri dipendenti i risultati ottenuti, distribuendo parte dei profitti (circa 600mila euro) sia sottofondo di premio straordinario sia di incremento salariale. «Lo abbiamo sempre fatto - racconta in tutta sincerità Daniele Triva cercando anche di smorzare qualsiasi forma di encomio -: è l'applicazione coerente di una politica aziendale portata avanti da imprenditori nati molto prima di me».
Il secondo insolito dato evidenziato nella Relazione sulla gestione di questa impresa del biomedicale si rifà, invece, all'apertura di un asilo all'interno della propria sede. «Stiamo parlando di una struttura completamente autonoma e indipendente, attiva dalle sei del mattino alle dieci della sera e che viene gestita dall'associazione Peter Pan» spiega Triva. Il nido della Copan è operativo dallo scorso settembre ed è a «uso esclusivo» dei dipendenti. L'originalità di questa idea ha ricevuto apprezzamenti anche a livello istituzionale e la Regione Lombardia ha addirittura deciso di premiarlo quale «miglior progetto di coinvolgimento del personale nelle attività di conciliazione famiglia-lavoro».
Andiamo oltre e, soprattutto, torniamo agli aspetti prettamente più economici del bilancio. Con investimenti importanti (equiparabili al 10% delle vendite) e consolidando le posizioni acquisite sui mercati, la Copan ha chiuso il 2010 con un fatturato di poco inferiore a quello registrato l'anno precedente (pari a 53,59 milioni di euro). «Gli indici di redditività - evidenzia Triva - sono tornati a livelli ordinari dopo l'eccezionale risultato dell'esercizio precedente, nel quale i ricavi erano risultati particolarmente elevati a seguito della vendita di prodotti utilizzati per la diagnostica dell'influenza suina». I valori di questi indicatori rimangono comunque eccezionali. La redditività del capitale investito (Roi) è di 25,4 punti percentuali, mentre quella dei mezzi propri (Roe) è del 16,6%. Per capirci meglio, con un Roi a questi livelli per ogni cento euro messi in Copan se ne guadagnano più di 25 a fine anno. Sotto il profilo patrimoniale, il gruppo presenta un capitale investito netto di 49,1 milioni idi euro.
Gran parte di questa somma è finanziata con mezzi propri (per 43,1 milioni). «La piattaforma Lbm (Liquid base microbiology), cioè la nuova frontiera dei sistemi di prelievo con sonde anatomiche, i nuovi reagenti di conservazione universale e - chiude Triva - l'automazione per laboratorio Wasp, hanno dato un significativo contributo per raggiungere questi soddisfacenti risultati.
Erminio Bissolotti
e.bissolotti@giornaledibrescia.it
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