I tacchini dei Gobbi Frattini volano a 60 milioni

DESENZANO
Si scrive Gobbi Frattini si legge tacchini. Sono i Cremonini dei tacchini. Siamo a Desenzano del Garda. Papà Luigi fondatore e presidente, il figlio Delfino consigliere delegato, il figlio Andrea consigliere. I Gobbi Frattini sono una grande famiglia di nove fratelli (sei maschi e tre femmine) di cui i tre citati, insieme a Tiziana Ferro moglie di Delfino, sono nel Cda di una società leader nella macellazione e lavorazione di tacchini con 60 dipendenti. Nel 2009 ha fatturato 60 milioni tondi (1 milione per dipendente), 3 milioni in più rispetto al 2008 nonostante la crisi e il calo dei consumi, con un utile netto di 416mila euro dopo tasse per 547mila, ammortamenti per 1,4 milioni (125mila euro nel 2008) e zero oneri finanziari perchè senza debiti con le banche.
Come è stato possibile incrementare il fatturato di oltre 3 milioni? Empiricamente perchè, come dice Delfino: «Essendo imprenditori figli della civiltà agricola, oltre a non avere debiti come si conviene alla saggezza contadina si lavora tutti i giorni dall'alba al tramonto» e contabilmente grazie al minor differenziale delle rimanenze finali e a maggiori contributi in conto esercizio. Il valore della produzione è stato di 60,4 milioni contro 59,4 milioni di costi della produzione tra cui si contano 1,5 milioni di costi per il personale. Il saldo tra valore e costi produttivi, ossia il risultato della gestione caratteristica, è di 1 milione di euro contro i 99mila euro del 2008. Un esercizio positivo, come si fa rilevare nella Relazione, dovuto, oltre che alle ragioni già dette, ad un controllo dei costi sempre più attento, ad una gestione industriale efficiente e ad un controllo finanziario sempre più vincolante e certosino.
Allo stato patrimoniale gli immobilizzi materiali sono postati per 3,4 milioni. A fronte di un patrimonio netto di 3,8 milioni si dà una margine di struttura primario (il rapporto tra patrimonio e immobilizzi netti cioè investimenti fissi) positivo. I crediti verso clienti salgono da 11,9 milioni a 13,4 milioni. Al passivo, oltre al ricordato patrimonio netto di 3,8 milioni, solo debiti commerciali per 11,9 milioni. Prospettive 2010? L'esercizio in corso conferma gli andamenti e i risultati del 2009. Nonostante il calo dei consumi, quelli alimentari hanno finora sofferto meno di altri comparti.
a. ch.
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