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Hospice Domus Salutis

PREMIO ANSELMI
AA

Un lavoro costante per dare sollievo al dolore e perché dal dolore nasca il senso profondo dell'esistenza e della solidarietà. Lo porta avanti giorno e notte chi lavora all'Hospice della Domus Salutis.

Voluta e avviata nel 1987 dalla Congregazione delle Ancelle della Carità, questa struttura, prima in Italia, si rivolge ai malati cronici per lo più oncologici, occupandosi della cura specifica, degli aspetti psicologici, spirituali e affettivi presenti nella malattia grave in fase avanzata, coinvolgendo i pazienti e il loro nucleo familiare. L'Hospice offre inoltre la possibilità di assistenza domiciliare con personale infermieristico e volontari per malati e familiari desiderosi di continuare a casa le cure palliative e permette così a malati cui è negata la prospettiva di una guarigione di essere accompagnati verso una conclusione della vita terrena nel modo il più possibile sereno.

In questa struttura si respira una solidarietà fatta di presenza. I ricoverati sono una trentina, assistiti oltre che dai medici da dieci infermieri laici e quattro suore, persone presenti con discrezione a fianco di malati e familiari.

"Anche i parenti hanno bisogno di vicinanza - spiega una suora dell'Hospice -. Spesso sanno più del malato in merito alla malattia e la loro lacerazione è grande nel vedere la persona cara divorata dal male". Il personale operante in questa struttura sa essere vicino ai parenti del malato nel rispetto delle convinzioni culturali e religiose loro e del paziente. Nei confronti di quest'ultimo lo sforzo principale è lenire il dolore fisico, per lasciare spazio agli affetti, perché la carezza, il gesto di prendere per mano la persona, quando la parola lascia spazio al silenzio, è il modo più umano di essere presenti mentre la vita si spegne.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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