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Gnutti Cirillo a piccoli passi oltre la crisi

Il gruppo di Lumezzane registra un calo dei volumi di vendita (-15%) e del fatturato (-22%), ma grazie ad una produzione «autosufficiente» riduce i costi fissi e realizza un utile pari a 2,1 milioni di euro.
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CASTEGNATO
Nel dizionario della crisi troviamo un termine che ha seriamente condizionato il modo di fare impresa. L'incertezza, ecco qual è questa parola, è stata generata da una drastica caduta dei mercati seguita da un'altalena dei prezzi che non ha risparmiato nessuno operatore. Nemmeno realtà solide e redditizie. Lo hanno ammesso senza tanti giri di parole i fratelli Giordano e Giuliano Gnutti, contitolari del gruppo Gnutti Cirillo di Lumezzane (leader nello stampaggio dell'ottone), che nel 2009 hanno saputo arginare gli effetti negativi della crisi grazie ad una struttura produttiva tanto verticale quanto elastica.
«Un mercato a visibilità settimanale»
Dal bilancio del gruppo, rileviamo che i ricavi (pari a 102,7 milioni di euro) hanno subito un calo dei volumi di circa il 15% anche se il decremento complessivo del fatturato (-22%) risulta più significativo a causa della contemporanea riduzione dei prezzi delle materie prime. «Eppure - ha spiegato Giordano Gnutti - è stato un buon anno, perché il gruppo ha realizzato un utile di 2,1 milioni di euro e non ha ancora dovuto far ricorso agli ammortizzatori sociali». Vero è che rispetto egli esercizi passati si registrano margini di redditività inferiori, ma come abbiamo detto all'inizio, i fratelli Gnutti hanno avuto a che fare con un contesto economico molto più complicato rispetto a quello di due o tre anni fa. «Un mercato che - stando alle parole di Pier Luciano Peri, responsabile amministrativo della Gnutti Cirillo - è diventato a ''visibilità settimanale'' e non permette una pianificazione a medio-lungo termine». In questo caso, però, la linearità del gruppo di Lumezzane si è dimostrata un fattore determinante. «Basti pensare - ha chiarito Giordano Gnutti - che oltre alla logica subordinazione nei confronti del mercato delle materie prime, con un processo produttivo autosufficiente, siamo stati capaci a contenere i costi fissi e ad investire 2,4 milioni per la sostituzione di impianti e macchinari».
Cambia nome e struttura della holding
Va dunque spiegato che a fine 2009, la ex capogruppo Winfin Spa ha acquistato dalla fondo di private equity (Fidia Sgr) la partecipazione nella controllata Gnutti Cirillo e che nello stesso giorno la Gnutti Cirillo si è fusa per incorporazione in Winfin che in seguito a questa operazione ha variato la propria denominazione in Gnutti Cirillo Spa. E se la Tiemme Raccorderie ha conseguito un valore della produzione pari a 70 mln di euro, non si può non rilevare che le altre controllate del gruppo come l'americana Metal Forming, la rumena Systemas Tiemme, la spagnola Sistemas Tiemme e addirittura la greca Tiemme Hellas hanno chiuso il 2009 con un risultato positivo netto. Non solo: «Per il 2010 - ha chiuso Giuliano Gnutti - prevediamo una crescita della redditività del gruppo pari al 20%».

Erminio Bissolotti

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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