Wwf: in dieci anni tolte 200mila trappole per uccelli dalle valli bresciane e bergamasche
Ci sono troppe trappole mortali che minacciano la fauna del mondo. Per il Wwf ogni anno i bracconieri ne piazzano 12 milioni in Asia, Cambogia, Repubblica Democratica Popolare del Laos, Vietnam e in Malesia. Ma anche dalle nostre parti: negli ultimi dieci anni le guardie del Wwf hanno tolto dalle valli bresciane e bergamasche circa 200mila trappole per uccelli.
L’organizzazione internazionale non governativa ha snocciolato questi numeri in occasione della Cop15 sulla biodiversità, la conferenza dell’Onu iniziata oggi a Montreal, in Canada.
Il problema delle trappole, spiega il Wwf, è che il laccio di ferro di cui sono fatte può rompere le ossa dell'animale in un colpo solo. Se si avvolge intorno al suo collo la vittima tenterà di liberarsi, ma più si muoverà più il laccio porterà a una morte lenta e straziante a causa delle ferite o la farà morire di sete e fame. Che si tratti della loro pelle, di ossa o denti, le tigri e gli altri grandi felini in Asia sono molto richiesti dal mercato nero per le credenze della medicina tradizionale cinese o per gli oggetti richiesti per l'arredamento: veri e propri status symbol.
Nonostante la legge italiana sulla tutela della fauna selvatica e la disciplina dell'attività venatoria vieti espressamente l'utilizzo di ogni tipo di sistema di cattura non selettivo, conclude il Wwf, le trappole sono ancora molto diffuse anche a causa delle pene irrisorie cui vanno incontro i criminali.
Circa un milione di specie sono a rischio estinzione e i tassi di scomparsa sono tra le 100 e le 1.000 volte più rapidi di quelli naturali, dice il Wwf spiegando che il sovrasfruttamento delle specie animali e vegetali è, dopo la perdita e distruzione degli habitat, la seconda causa del drammatico declino della biodiversità.
A fronte di questo quadro globale il Wwf ha coniato lo slogan «Codice rosso per la natura sul nostro Pianeta» e ha lanciato la campagna di sostegno «A Natale mettici il cuore» per adottare simbolicamente un animale in pericolo.
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