Un maggio fresco? Macché: 21 giorni più caldi della media
Quando si parla di meteorologia o climatologia, non sempre numeri e sensazioni vanno d’accordo. Il mese di maggio da poco concluso ne offre un esempio: numerose giornate gradevoli non hanno impedito alle temperature di superare la media storica, calcolata sulla base dei dati rilevati nel trentennio 1971-2000.
Secondo la stazione meteorologica di Ghedi, l’anomalia termica mensile è stata di circa +2°C, uno scarto tutto sommato contenuto, ma che fa riflettere. A conti fatti abbiamo vissuto ventun giornate più calde della media e solo dieci nella norma. Le massime non hanno mai raggiunto i 30°C, mentre le minime elevate hanno pesato in modo decisivo sul bilancio termico mensile: in città, per ben quindici volte, i termometri non sono riusciti a scendere sotto la soglia dei +14°C.
Notti troppo miti e pomeriggi godibili hanno contraddistinto le ultime settimane, con l’anticiclone africano che è rimasto a debita distanza dal Nord Italia, risparmiandoci dall’ondata di caldo record che ha colpito le regioni meridionali. Per quanto riguarda la pioggia non abbiamo rilevato numeri degni di nota: in città sono caduti circa 90 millimetri, un dato comunque dignitoso per quello che, secondo le statistiche, è sempre stato uno dei mesi più piovosi.
Ad offrire spunti sono ancora le temperature: il fatto che un mese all’apparenza fresco sia risultato più caldo della media dimostra quanto il nostro clima sia cambiato. Fino a pochi decenni fa le stagioni erano completamente diverse, ma un rapido, inesorabile aumento delle temperature ha lasciato segni indelebili ed ora la normalità si è trasformata in una merce rara e preziosa. Nei prossimi giorni, secondo le previsioni, il caldo anomalo rimarrà ben lontano dalla Pianura Padana e per il momento non andremo incontro a preoccupanti impennate dei termometri. Di questi tempi, è senza dubbio una buona notizia.
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