Torbiere, paradiso di terra e di acqua per flora rara, uccelli e pesci

Veronica Massussi
Presentati i risultati del monitoraggio curato dal Comitato tecnico scientifico della Riserva
Torbiere del Sebino - Foto Alessandro Bonardi / Zoom © www.giornaledibrescia.it
Torbiere del Sebino - Foto Alessandro Bonardi / Zoom © www.giornaledibrescia.it
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Flora rara e di «livello eccezionale» con oltre trenta specie protette, fauna altrettanto significativa con più di settanta uccelli nidificanti nelle Torbiere, tra cui numerosi acquatico-palustri. Anche i pesci autoctoni, dopo l’accordo sui livelli con il Consorzio dell’Oglio e il progetto di contenimento del siluro, sono in netto aumento. Sono questi i risultati delle azioni di monitoraggio curate dai tre esperti del Comitato tecnico scientifico della Riserva, l’ittiologo Gaetano Gentili, l’ornitologo Paolo Trotti e il botanico Glauco Pattera, presentati lunedì.

Flavio Bonardi, presidente dell’Ente, ha ricordato come le azioni di monitoraggio siano fondamentali per avere una conoscenza precisa delle condizioni ambientali dell’area protetta, per valutare azioni sperimentali di gestione e programmare futuri interventi di conservazione della biodiversità.

Interventi

Nel 2023 sono stati intrapresi interventi a sostegno della riproduzione dei pesci litofili, triotto, alborella e agone tramite la realizzazione di letti di frega con posa di ghiaietto.

Inoltre, Regione Lombardia con un contributo su base triennale, concesso per avere maggior continuità nel tempo, ha finanziato azioni di elettropesca, sostegno ai pescatori professionisti tramite l’acquisto di reti, contributi ai sommozzatori per pesca subacquea, oltre che indagini ambientali ed azioni di comunicazione e divulgazione. Solo nel 2023 sono stati catturati nella Lama ben duecentoventi esemplari per un totale di 1.502 chili.

Confrontando i dati con le passate campagne di contenimento si osserva una diminuzione nel numero e nella taglia degli esemplari catturati, dimostrando come questa azione sia necessaria a ridurre l’impatto negativo che questa specie ha sull’ecosistema della Riserva. L’ornitologo ha confermato che le torbiere restano una delle zone di nidificazione più importanti della provincia di Brescia per la sopravvivenza di specie come la sgarza ciuffetto, l’airone rosso e il falco di palude.

Le specie nidificanti che si sono aggiunte nel 2023 sono il marangone minore, il beccamoschino, piccolo passeriforme che si era estinto in Riserva negli ’70. La caratteristica peculiare è l’assenza di disturbo antropico che garantisce la necessaria tranquillità alle specie per poter nidificare. Per questo motivo anche quest’anno il percorso centrale è rimasto chiuso.

Dal punto di vista botanico, il «ringiovanimento della Riserva» tramite lo scavo e l’asportazione del canneto, è un’azione da continuare a perseguire, così come garantire il mantenimento del più alto livello idrometrico possibile della lama. Di grande valore scientifico è la riconferma della presenza di «Ludwigia palustris» specie palustre molto rara ed in declino a livello nazionale, la cui ultima segnalazione risale a trent’anni fa. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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