Smog, Maione: «Chiedere lo stato di emergenza fa male alla Lombardia»

Nicolò Rubeis
L’assessore regionale all’Ambiente insiste sui miglioramenti degli ultimi 20 anni, anche a Brescia. Del Bono: «Dobbiamo guardare all’Europa e investire sul trasporto pubblico»
I consiglieri M5S in Lombardia con la maschera anti gas - Foto © www.giornaledibrescia.it
I consiglieri M5S in Lombardia con la maschera anti gas - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Chiedere lo stato di emergenza per lo smog fa male alla Lombardia e scredita il lavoro dei nostri imprenditori e agricoltori» secondo l'assessore all'Ambiente della Regione Lombardia Giorgio Maione, oggi in Aula per un Consiglio regionale straordinario sull'inquinamento chiesto dalle opposizioni.

Parole che non fermano le polemiche delle minoranze, con i consiglieri del M5s che si sono addirittura presentati con le maschere anti-gas. «Allora 20 anni fa, quando le emissioni erano maggiori del 40% – ha ribattuto l'assessore –, cosa avremmo dovuto fare, chiamare l'esercito?».

Maione ha ricordato quelli che sono gli investimenti sul tema fatti dalla Regione, con «circa 19 miliardi di euro messi in campo tra infrastrutture e bandi negli ultimi cinque anni» per sostenere il cambio delle caldaie, degli impianti termici e l'efficientamento energetico degli edifici. Sforzi che per l'assessore hanno trovato riscontro nei dati, come quelli relativi ai giorni di superamento della soglia di inquinanti. La provincia di Brescia, per esempio, nel 2003 aveva totalizzato 118 giorni di sforamento. Nel 2023, invece, sono scesi a un terzo, con 40 giorni di sforamento. «I risultati raggiunti negli ultimi 20 anni – ha aggiunto Maione – ci fanno dire che la strada imboccata da Regione Lombardia è quella corretta».

«Io credo sia sbagliata l'impostazione politica che ha dato l'assessore – ha replicato il consigliere regionale del Pd Emilio Del Bono –, nelle sue parole non c'è ambizione. La Lombardia deve guardare alle migliori regioni europee, investendo per esempio sul trasporto pubblico usato da meno di un lombardo su dieci». Alcune aree della Germania, dell'Olanda, della Francia o della Spagna «stanno facendo un lavoro straordinario anche per contrastare i livelli di inquinamento. La Lombarda, invece, cammina alla stessa velocità della tartaruga». Come ha poi spiegato la consigliera dem Miriam Cominelli, «nessuno vuole negare i passi in avanti fatti negli ultimi anni» anche perché «sono frutto di uno sforzo corale». Questo però non toglie che «viviamo in una situazione emergenziale che dimostra che le azioni che mettiamo in campo devono essere implementate e più coraggiose – ha concluso –. Bisogna andare in Europa a chiedere più risorse».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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