Sempre meno neve a Brescia città: i dati dal 1950 a oggi
Fra i tanti effetti del cambiamento climatico spicca il calo, o meglio, il crollo della nevosità avvenuto nel recente passato. Per avere un quadro completo della situazione, è utile dare un’occhiata ai dati gentilmente forniti da Nicola Gelfi, responsabile della stazione meteorologica cittadina, installata presso l’istituto Pastori e attiva dal secondo dopoguerra.
Tra alti e bassi, nel periodo compreso fra il 1950 e il 1989 la nevosità media annua, a Brescia, superava i 25 centimetri, mentre gli anni Novanta hanno portato un primo, netto calo, con una media di 15 centimetri. Dal 2005 al 2015 si è verificato un nuovo, temporaneo aumento del numero e dell’entità delle nevicate, che poi ha lasciato spazio ad un crollo a dir poco vertiginoso: se prendiamo in considerazione l’ultimo lustro, scopriamo che la media, nella nostra città, è precipitata a 2,3 centimetri annui.
L’aumento delle temperature, frutto del cambiamento climatico in atto, gioca senza dubbio a sfavore della «dama bianca»: non a caso il 2022 e il 2023 sono stati i due anni più caldi della serie storica bresciana, seguiti dal 2003 e dal 2024. La presenza di anticicloni subtropicali sempre più ingombranti è un altro fattore che merita di essere sottolineato, così come la drastica diminuzione del numero di irruzioni fredde che riescono a raggiungere la pianura padana. In passato le correnti orientali soffiavano verso il Nord Italia con una certa facilità, mentre oggi accade più raramente e, nella maggior parte dei casi, le masse d’aria si rivelano meno fredde rispetto al passato.
Se le temperature aumentano, e sappiamo che purtroppo è così, aumenta anche la quota neve, e inevitabilmente diminuisce la probabilità di vedere i fiocchi in pianura. Le prospettive, dati alla mano, non sono di certo rosee, ma confondere il cambiamento climatico, in atto da decenni, con i singoli episodi sarebbe un grave errore. Il clima è una cosa, il tempo meteorologico un’altra. In altri termini, è vero che le temperature sono in continuo, inesorabile aumento, ma l’eventualità di assistere a brevi parentesi fredde e nevose, pur essendo diventata meno probabile, è tutt’ora concreta. Nel 2018, ad esempio, l’inverno si rivelò molto mite, ma a fine febbraio arrivò una vera e propria ondata di gelo: le temperature crollarono in tutta la provincia e la neve tinse di bianco la nostra città, con una coltre di circa 10 centimetri.
Chiarito questo aspetto, è giusto essere realisti: il bilancio nivometrico degli ultimi anni non lascia ben sperare. In pianura Padana le apparizioni della «bianca visitatrice», come veniva chiamata nelle cronache di tempi lontani, sono ormai diventate una rarità, mentre in montagna il progressivo rialzo della quota neve induce al pessimismo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.