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Proteste contro il taglio dei cipressi per la Ciclovia del Garda

La denuncia arriva dal Coordinamento per il Garda. A Brescia e Verona si ripensa al percorso
I cipressi abbattuti durante la costruzione della Ciclovia del Garda, a Riva © www.giornaledibrescia.it
I cipressi abbattuti durante la costruzione della Ciclovia del Garda, a Riva © www.giornaledibrescia.it
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«Uno scempio da fermare»: così il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda torna a puntare il dito contro l’impatto ambientale della Ciclovia del Garda, in particolare delle opere in corso al confine tra Lombardia e Trentino.

La denuncia

Nel territorio di Riva, «i cipressi centenari agli imbocchi della galleria delle Furie – denuncia il Coordinamento – sono già stati tagliati insieme alla vegetazione spontanea sulla falesia. Altri cipressi faranno la stessa fine».

«Il danno – continuano – non è solo ambientale, ma anche monumentale e paesaggistico. Si interverrà pesantemente, infatti, su una delle strade più belle del mondo, porta della mediterraneità gardesana, progettata e realizzata dall’ingegner Cozzaglio tra gli anni 1928 e 1931 ed abbellita dall’ingegner Angelini con la messa a dimora di cipressi e altre specie arboree».

La Gardesana, ribattezzata il «Meandro» da Gabriele d’Annunzio per via della sua tortuosità, costituisce infatti, puntualizza il Coordinamento, «uno dei più interessanti documenti italiani di moderna strada-parco strettamente integrata con l’ambiente naturale. Cozzaglio si era posto l’obiettivo di realizzare un percorso che, oltre ad essere agevole per il traffico, rivelasse al turista le bellezze della costa. Bellezze che ora stanno irrimediabilmente cancellando, un patrimonio che stravolgeremo per sempre con elementi metallici estremamente invasivi per una Ciclovia a tutti i costi. Fermatevi».

I lavori

La Provincia di Trento ha appena appaltato nuovi tratti e va avanti per la sua strada. Non si escludono, invece, ripensamenti per quanto concerne il tratto bresciano. Se la porzione Sirmione-Salò potrà essere realizzata senza difficoltà, correndo su percorsi già esistenti, nel tratto da Salò a Limone la pista dovrà invadere la Gardesana o correre su passerelle a sbalzo sotto falesie soggette a continue frane.

Qui l’alternativa al vaglio è quella dell’intermodalità, con battelli veloci su cui caricare le bici per affrontare, sulla via d’acqua, questo tratto. Se ne parlerà in occasione di un incontro programmato tra i sindaci altogardesani e l’assessora regionale alle infrastrutture Claudia Terzi.

Proteste si levano anche dal Veronese: qui è stata organizzata una biciclettata da Malcesine a Navene, dove le ruspe stanno traforando la roccia per far passare la ciclovia, che minaccia anche le piccole spiaggette e la vegetazione.

Anche qui l’appello è: «Lasciamo stare la costa, le falesie, le spiaggette naturali. L’alternativa c’è ed è la via d’acqua!». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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