Ambiente

Piano Cave, comitati in piazza: «Fermate questo scempio»

Nel mirino le previsioni di escavazione, ritenute sovrastimate: fabbisogno di 70 milioni di metri cubi, ma in 10 anni ne sono stati usati la metà
NO AL PIANO CAVE
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Fuoco incrociato di critiche al nascente Piano Cave della Provincia sollevate dai comitati ambientalisti bresciani, affiancati da delegazioni di amministratori dell’hinterland, della Franciacorta e della Bassa, i territori più esposti all’effetto dei bacini di prelievo di sabbia e ghiaia. Nel mirino ci sono le previsioni di escavazione, ritenute sovrastimate: contro una previsione del fabbisogno di circa 70 milioni di metri cubi si evidenziano i 35 milioni di materiali effettivamente usati negli ultimi dieci anni.

Questo il punto focale del sit-in in piazza Paolo VI di molti gruppi guidati da «Basta veleni» che ieri hanno movimentato la mattinata esponendo striscioni e cartelli con scritte inequivocabili sul progetto del Broletto che dovrebbe essere approvato in Consiglio il 13 luglio. «La nostra proposta - afferma Marco Apostoli della lista Provincia bene comune - è di non autorizzare nuovi Ate (Ambiti territoriali estrattivi), cessare le escavazioni in acqua e prevedere la possibilità di scavare non più di 34 milioni di metri cubi».

«Le eventuali necessità che dovessero emergere - sottolinea l’avvocato ambientalista Pietro Garbarino - potrebbero essere affrontate in sede di revisione quinquennale del Piano Cave. Riteniamo che la proposta del nuovo Piano sia gravemente viziata da violazioni procedurali, ma anche da erronee e sfalsate valutazioni nel merito che hanno portato a gonfiare i dati in grave contrasto con il diritto, con la realtà effettuale e con il reale più modesto fabbisogno che questa provincia ha dimostrato di necessitare nell’ultimo decennio».

«Lavoriamo a 360 gradi per impedire uno scempio ulteriore - prosegue Marco Girelli che rappresenta anche il comitato Bitumificio di Montirone: no grazie -. Abbiamo assistito alla recente Conferenza dei servizi ma le nostre osservazioni sono passate inosservate. Ci pare siano state ascoltate invece solo quelle dei cavatori». Alle sue proteste si aggiungono quelle del presidente del circolo di Legambiente di Franciacorta, Silvio Parzanini, che teme sia autorizzata una nuova cava vicino alla tanto paventata discarica di Bosco Sella. «Non si può sfregiare così - afferma - un territorio di pregio come la Franciacorta che tutti dovremmo tutelare con ogni mezzo».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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