AmbienteBassa

Nella Bassa sono state rilasciate 2.600 carpe, tra la roggia Mandregola e il fiume Mella

Alessandra Portesani
A Manerbio e Alfianello i rilasci in periodo protetto. Un anno fa pesci decimati per uno sversamento
Alcuni dei pesci rilasciati - © www.giornaledibrescia.it
Alcuni dei pesci rilasciati - © www.giornaledibrescia.it
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Da ieri 2.600 carpe stanno nuotando nei corsi d’acqua della Bassa bresciana. Due gli interventi di semina ittica: a Manerbio l’associazione «Carp fishing Italia», sede periferica di Brescia, ha rilasciato 1.300 pesci; ad Alfianello rilasciati nella roggia Mandregola altrettanti esemplari dopo che, con lo sversamento di poco più di un anno fa causato dal malfunzionamento del locale depuratore, ne erano morti a decine.

A Manerbio

Gli iscritti della neonata associazione bresciana di pesca sportiva hanno rilasciato il novellame nel Mella a seguito di un progetto di semina ittica autorizzato e finanziato dal direttivo nazionale.

«Lo scopo di questa importante iniziativa - ha spiegato Gianluca Zangarini, responsabile della sede di pesca sportiva bresciana - è quello di ripopolare i nostri fiumi». La semina ittica avvenuta a Manerbio rappresenta il primo intervento effettuato dai carpisti del gruppo, aperto a gennaio di quest’anno, composto per lo più da ragazzi della bassa bresciana.

«La pesca di frodo - continua Zangarini -, ma anche l’inquinamento dei nostri corsi d’acqua, hanno portato a una netta diminuzione della specie, per questo, essendo un’associazione che promuove il rilascio del pescato salvaguardando in questo modo la fauna ittica, abbiamo deciso di ripopolare i nostri fiumi in modo da tutelare indirettamente anche l’ambiente».

Il rilascio delle migliaia di carpe, tutti esemplari di piccole dimensioni, è stato effettuato in un periodo protetto, di chiusura della pesca di questa specie, e alla presenza delle guardie provinciali ittiche.

Ad Alfianello

Oltre alle guardie Fipsas erano presenti anche gli agenti della Polizia provinciale, i volontari del Wwf, il sindaco Matteo Zani, alcuni referenti di A2A e della Roggia Mandregola.

Qui il ripopolamento, con 1.300 carpe, è stato avviato in seguito ad un grave episodio di inquinamento avvenuto nel marzo dello scorso anno quando una residente segnalò una moria di pesci in un tratto di roggia di circa duecento metri. La morìa della fauna ittica, si appurò in seguito, fu dovuta ad un incidente nella gestione dell’impianto di depurazione.

«Dopo l’incidente come ente gestore del depuratore - spiega Francesco Pratesi responsabile del settore fognature e depurazione di A2A Ciclo idrico - ci siamo subito messi in contatto con Regione Lombardia per poter ripristinare lo stato dei luoghi e identificare l’allevatore certificato per poter procedere alla semina ittica: oggi abbiamo proceduto a immettere nella roggia Mandregola migliaia di carpe di pezzatura tale da compensare la morìa avvenuta a suo tempo a causa di un sovradosaggio di disinfettate».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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