La frana di Tavernola si curerà con le iniezioni di cemento
Cinque anni per il consolidamento della parete del Monte Saresano non sono un periodo troppo lungo se si pensa al lavoro di progettazione, di coordinamento tra enti e professionisti e di reperimento fondi.
L’iter è iniziato nel febbraio 2021, quando ci fu l’allarme frana del Monte Saresano, mentre i lavori saranno completati nel 2026.
Tappa dopo tappa
Il cronoprogramma è stato esplicitato dall’ente che coordina i lavori, l’Autorità di bacino, dopo la conferenza di servizi che si è svolta alla fine di gennaio: in aprile verrà indetta la gara che rimarrà aperta per alcuni mesi e in ottobre potrà iniziare l’intervento. Intervento che dovrebbe essere terminato in poco più di un anno.
Il progetto esecutivo presentato dalla società Alpina è centrato sul consolidamento della parete e non più, come si ipotizzava lo scorso anno, sulla rimozione del materiale.
Le aree trattate
Tre saranno le aree trattate sul versante franoso, al piede, quella mediana e quella alta; saranno effettuate delle iniezioni di cemento per aumentare la stabilità. Il monitoraggio, cominciato nel 2022, rimarrà costante.
Per giungere a questa soluzione sono stati realizzati carotaggi profondi, con perforazioni fino a 90 metri e prove con i fori di sondaggio attrezzati con inclinometri. Sono inoltre stati raccolti campioni per le prove di laboratorio, per conoscere i materiali e le superfici di scivolamento e sono state condotte indagini geofisiche a rifrazione utili a definire il modello geologico e geotecnico di riferimento del corpo di frana per la conferma del volume, due milioni e mezzo di metri cubi. Infine sono state istallate attrezzature per il monitoraggio e il controllo dei movimenti.
Fondi
I sindaci di Tavernola, Vigolo e Parzanica si sono detti soddisfatti del lavoro svolto anche perché gli enti, Regione e Ministero, hanno preso a cuore il problema. Il Pirellone ha stanziato subito un milione e mezzo di euro destinati alla progettazione e alle indagini, poi ha messo a disposizione altri fondi propri per 4 milioni e 800 mila euro e richiesto al Ministero dieci milioni e duecentomila per realizzare gli interventi.
L’azienda Italsacci, la cui cava di cemento è proprio a ridosso del versante franoso, ha chiesto una particolare attenzione durante le opere proprio perché in quest’area mineraria i lavori di estrazione continueranno, così come sono sempre continuati dal giorno dell’allarme ad oggi.
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