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Il giorno più corto: il solstizio d'inverno, scienza e tradizione

Questo è un giorno importante sin dall'antichità, molte culture infatti lo celebrano e ancor oggi inconsapevolmente ne portiamo avanti i riti
Solstizio d'inverno - © www.giornaledibrescia.it
Solstizio d'inverno - © www.giornaledibrescia.it
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Questa domenica 22 dicembre sarà il giorno più corto del 2019.  Molti di noi credono che sia il giorno di Santa Lucia, «credenza nata dal fatto che effettivamente attorno a questa data il Sole tramonta qualche minuto prima, ma per calcolare il giorno più corto bisogna tener conto dell'orario in cui sorge il Sole e così il giorno più corto risulta il solstizio invernale», ha spiegato all’Ansa Paolo Volpini, dell'Unione Astrofili Italiani.
Durante il solstizio d'inverno, quando il Sole, nel suo moto apparente lungo le costellazioni dello Zodiaco, raggiunge la posizione più a Sud dall'equatore celeste, «tramonta qualche minuto dopo rispetto al 13 dicembre, ma anche l'alba è ritardata di alcuni minuti». Inoltre, prima della riforma del calendario voluta da Papa Gregorio XIII nel 1582, la sfasatura fra calendario civile e calendario solare era tanto grande che il solstizio cadeva proprio fra il 12 e il 13 dicembre rendendo quindi questo giorno, in cui si festeggia Santa Lucia, il più corto dell'anno.

Il giorno più breve. Inizio dell'inverno astrologico (il meteorologico inizia con dicembre), quest'anno cade il 22 dicembre, alle ore 04.19. Tra i pianeti abbandonano il palcoscenico Giove e Saturno, che lasciano la scena a Venere, protagonista delle prime ore della notte. 
Questo evento era particolarmente importante nell’antichità perchè era la vittoria del sole sulle tenebre (sappiamo di celebrazioni già nella preistoria, in Valcamonica, come a Stonehange, nell’antico Egitto o in Messico, nei siti pre colombiani, in Grecia o in nord Europa). Un periodo che, guarda caso, accomuna molte feste religiose: il Sol Invictus, il Natale, i Saturnalia romani, il Kwanzaa per gli afroamericani, per i Celti era il momento della rinascita, lo Yule.


Tutto questo perchè per molte culture i solstizi sono momenti di grandi energie. E sulle nostre montagne un tempo si accendevano anche dei fuochi. Stessa cosa che si faceva anche durante il solstizio d’estate. Tra i simboli che oggi troviamo ancora c’è il vischio perchè è una pianta che cresce apparentemente senza avere radici, sopra un’altra pianta, e per questo simboleggia vita e rigenerazione. E porta fortuna.
Tra i riti che portano bene c’erano (e c’è ancora con l’albero di Natale) quello di decorare un albero sempreverde oppure portare in casa una decorazione che simboleggiasse il periodo. 


In Cina. Le celebrazioni di questo avvenimento trovano origine nella filosofia yin-yang, secondo la quale il solstizio d'inverno rappresenterebbe il punto di incontro tra il culmine di freddo e oscurità - caratteristiche yin - e la svolta verso un nuovo inizio evolutivo di yang, che porta con sé luce e calore. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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