Ambiente

Il Garda e l’Iseo sono i laghi del nord che stanno meglio quest'estate

Rasentano i minimi storici invece il lago Maggiore e quello di Como. Tendenzialmente vicini ai valori medi i bacini bresciani
Panoramica sul lago di Garda - Foto Gianpaolo Gorlani © zoom.giornaledibrescia.it
Panoramica sul lago di Garda - Foto Gianpaolo Gorlani © zoom.giornaledibrescia.it
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Dopo lunghi mesi di crisi idrica, il Garda e l’Iseo sono tra i grandi laghi del nord Italia che quest’estate stanno meglio. Lo confermano le rilevazioni degli enti regolatori riprese in un comunicato di Legambiente pubblicato oggi e il bollettino di luglio dell’Osservatorio Siccità del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).

La situazione attuale conferma quindi la tendenza positiva evidenziata già a giugno, quando le riserve idriche della provincia di Brescia sono tornate a valori nella media uscendo dalla fase critica di siccità che durava dal 2022. 

A livello globale luglio è stato il mese più caldo mai registrato ed è stato caratterizzato da numerosi eventi estremi anche in Italia. Le piogge intense al nord, che in diverse regioni hanno provocato enormi danni e vittime, non sono bastate però a risollevare i livelli del lago Maggiore e del lago di Como per i quali la carenza idrica torna a farsi sentire, denuncia Legambiente. La ragione è che le portate d’acqua in uscita sono maggiori di quelle in entrata: di conseguenza il lago Maggiore continua a rasentare il suo minimo storico e attualmente l’invaso, cioè il volume di acqua il cui rilascio può essere regolato dalle opere idrauliche, è inferiore all’8%. Basso anche il livello di Como, pieno oggi al 25,3%. 

Nettamente migliore invece lo stato del Benaco e del Sebino, pieni rispettivamente al 70,7% e al 57,1%. Da fine luglio l’altezza idrometrica del lago di Garda si mantiene stabilmente su livelli superiori alla media di questo periodo dopo alcune settimane al di sotto ma comunque sempre vicino alle medie. Da fine aprile a fine giugno anche l’altezza idrometrica del lago di Iseo è rimasto sopra le medie, per poi scendere durante luglio e risalire a fine mese.

Per il responsabile scientifico di Legambiente Lombardia però «è ormai evidente che il sistema di accumulo e gestione delle acque a fini irrigui della pianura lombarda non è più in grado di garantire una sufficiente affidabilità, in un quadro climatico in forte evoluzione. Una stagione estiva allungatasi di quasi un mese, l’assottigliamento dei ghiacciai, il ricorrere di periodi prolungati di siccità e caldo estremo indicano la necessità di soluzioni adattative, abbandonando le monocolture, in particolare del riso e del mais, a favore di una maggiore diversificazione».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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