Ambiente

Il cemento non si ferma: nel Bresciano persi 305 campi da calcio

Consumo di suolo: per il rapporto Ispra in Italia siamo secondi solo a Roma. Ecco il dettaglio, comune per comune
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CRESCE IL CONSUMO DI SUOLO
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Il consumo di suolo continua a galoppare nonostante Covid e lockdown. Nel 2020 in Italia sono stati consumati due metri quadrati al secondo, con la perdita netta di 51,7 chilometri quadrati di campi agricoli. Più dell’intero perimetro del Comune di Orzinuovi. Brescia conferma la sua bulimia nel costruire su terreno fertile. Lo scorso anno, nel Bresciano, sono infatti stati consumati 214 ettari, un’area grande come 305 campi da calcio.

Dopo il record di Roma (271 ettari) è il dato più alto tre le province italiane. Una cifra per altro in crescita rispetto agli scorsi anni: nel 2019 il cemento si era divorato 184 ettari di territorio bresciano, nel 2017 «solo» 78. C’è però un dato da sottolineare: se i numeri provinciali sono in crescita, in città sono tornati ad essere aree naturali 5,54 ettari, grazie soprattutto al parco delle cave. Segno che rigenerare è possibile.

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) fotografa ogni anno il consumo di suolo in Italia, con dettagli a livello provinciale e comunale. Ieri è stata presentata l’edizione 2021, quella che certifica come anche nel 2020, anno della pandemia, la perdita di aree agricole non si sia fermata. Nell’ultimo anno nuove coperture artificiali hanno trasformato altri 56,7 km quadrati: in media, oltre 15 ettari al giorno trasformati in in strade, case, infrastrutture, poli logistici. Cinque chilometri quadrati sono però stati «recuperati», ovvero da suolo consumato sono tornati ad essere aree naturali. Il consumo netto resta alto, 51,7 chilometri quadrati. «I dati di quest’anno confermano la criticità del consumo di suolo nelle zone periurbane e urbane», con città sempre più «calde», «unitamente alla criticità delle aree nell’intorno del sistema infrastrutturale» dove cresce la richiesta «di spazi sempre più ampi per la logistica» ha spiegato Stefano Laporta, presidente dell’Ispra.

La Lombardia torna al primo posto tra le Regioni per ettari consumati, 765 in dodici mesi. Seguono Veneto (682) e Puglia (493). Oltre un quarto del dato lombardo è di provenienza bresciana. Nella nostra provincia si sfiorano ormai i 50mila ettari cementificati, il 10,39% del territorio (il 7% è la media nazionale, il 12% quella regionale), quasi 400 metri quadrati per ciascuno di noi. Non poco se si tiene conto di montagne e laghi. Ebbene lo scorso anno il consumo è stato di 1,71 metri quadrati per ogni bresciano. Più del doppio della media nazionale o regionale.

I motivi? L’Ispra cita i cantieri Tav e le nuove strutture per la logistica. Non è un caso che Lonato sia il Comune lombardo dove vi è stato il maggior consumo di suolo, ben 28 ettari (a livello nazionale in testa c’è Roma con 123). Nel Comune gardesano vi sono infatti il campo base dell’alta velocità e il grande cantiere per lo scavo della galleria naturale. Dopo Lonato c’è Ghedi, dove nel 2020 sono stati persi 20 ettari. A Castrezzato il consumo è stato di 18 ettari e Ispra cita il un nuovo polo logistico che da solo ha occupato 11,2 ettari. Polo logistico su un’area di 5,3 ettari per l’e-commerce (Amazon) anche a Castegnato, dove in tutto lo scorso anno risulta siano stati consumati 6,8 ettari. In tutto come quota di suolo consumata rispetto all’intero territorio comunale, il primato resta alla città con il 44,1%. Capovolgendo la classifica, a Saviore risulta cementificato solo lo 0,6%. Ma va detto che Brescia, nel 2020, è stato l’unico comune della provincia ad aver rigenerato parte del proprio territorio.

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