Ecomafia, la provincia di Brescia è 11esima in Italia per reati ambientali
La provincia di Brescia è undicesima in Italia per reati ambientali. Si parla di inquinamento, disastro ambientale, traffico di materiale radioattivo, omessa bonifica e impedimento del controllo, ma anche ciclo illegale di rifiuti e di cemento, reati contro la fauna come il traffico illecito di animali, incendi dolosi. Complessivamente, nel Bresciano nel 2021 ci sono stati 537 ecoreati accertati, con 538 persone denunciate, due arrestate e 263 sequestri.
È il quadro che emerge dal rapporto Ecomafia 2022 di Legambiente (con il sostegno di Novamont) pubblicato ieri, che indica «al governo Meloni dieci proposte per rendere più efficace l'azione dello Stato partendo dall'approvazione di quelle riforme che ancora mancano all'appello, anche in vista della nuova direttiva europea sui crimini ambientali». La situazione nel Bresciano è peggiorata rispetto al 2020, quando il rapporto Ecomafia collocava la nostra provincia al sedicesimo posto per reati ambientali (451), con 373 denunciati, 2 arrestati e 207 sequestri.
Il dossier, in breve
Complessivamente il dossier registra meno reati ambientali del 2020, ma pur sempre 30.590, cioè 3,5 ogni ora, e più arresti per crimini contro l'ambiente nel 2021 in Italia. Sul podio ci sono il ciclo illegale del cemento, quello dei rifiuti e quello contro la fauna compiuti soprattutto in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia (per un totale del 44%). A livello provinciale Roma è stata prima per ecoreati, poi Cosenza, Napoli, Salerno, Messina, Bari, Avellino, Foggia, Reggio Calabria, Latina al decimo posto e Brescia all’undicesimo.
Tra le regioni del Nord la Lombardia si conferma quella con il maggior numero di illeciti ambientali (1.821 reati, pari al 6% del totale nazionale, 1785 denunce e 33 arresti). Per trovare la seconda provincia lombarda per ecoreati però bisogna scorrere fino alla 45esima posizione, con Bergamo.
Il focus su Brescia
Per quanto riguarda Brescia, la nostra provincia è terza in Italia per reati contro la fauna, dopo Roma e Napoli e con 256 reati, 179 denunciati, 1 arresto e 217 sequestri. In totale sono oltre seimila i reati di questo genere in Italia, il 7,7% è stato commesso in Lombardia. Spiega il dossier Ecomafia 2022: «è un settore criminale che trae profitto dall’organizzazione, gestione e controllo di attività illegali che hanno al centro lo sfruttamento degli animali selvatici e domestici, per un giro d’affari stimato in tre miliardi di euro all’anno».
Brescia è all’undicesimo posto anche nel ciclo illegale dei rifiuti, che «contempla alcuni tra reati più pericolosi e redditizi commessi dalla criminalità ambientale - si legge nel dossier -. Anziché essere gestiti secondo le norme, cioè nel rispetto dell’ambiente e della salute pubblica, i rifiuti vengono trattati in maniera irregolare, causando gravi rischi per gli ecosistemi: avvelenando l’aria, contaminando le falde acquifere, inquinando i fiumi e le coltivazioni agricole». Sotto questo tipo particolare di ecoreato, la provincia di Brescia è di nuovo la prima lombarda con 135 illeciti nel 2021 (totale della Lombardia: 508), 143 denunce, 1 arresto e 37 sequestri.
Non manca nemmeno il ciclo illegale del cemento, che vede la Lombardia responsabile del 6,6% di reati per abusivismo edilizio e appalti truccati, opere dai costi esorbitanti per alimentare giri di mazzette, corruzione e speculazioni immobiliari con le carte truccate. Anche in questo caso Brescia è la prima provincia della regione, 15esima a livello nazionale con 114 reati accertati nel 2021, 210 denunciati e 9 sequestri.
Il quadro nazionale
Se gli ecoreati sono stati 30.590 (il delitto più contestato è stato inquinamento ambientale), gli illeciti amministrativi sono risultati quasi 60mila, con una media di 162 al giorno, 6,7 ogni ora. A pesare è soprattutto la corruzione. In totale, dunque, si tratta di oltre 90mila violazioni di norme a tutela dell'ambiente, 10 ogni ora. Bottino d'oro per gli ecomafiosi che hanno fatturato 8,8 miliardi di euro. E in due anni (fra il 2021 e il 2022), sono stati 23 i comuni sciolti per mafia. Nonostante la flessione del 12,3% rispetto al 2020, resta alto il numero di ecoreati mentre sono aumentati gli arresti, a quota 368 (+11,9%), soprattutto per l'attività organizzata di traffico illecito di rifiuti (497 provvedimenti). In particolare, sulla corruzione sono state 115 le inchieste censite dal 16 settembre 2021 al 31 luglio 2022, con 664 persone arrestate, 709 denunciate e 199 sequestri, riferisce l'associazione ambientalista.
Il ciclo illegale del cemento guida la «classifica» delle filiere degli illeciti ambientali con 9.490 reati (31% del totale), seguito da quello dei rifiuti (8.473) che registra anche il maggior numero di arresti con 287 (+25,9% sul 2020) e di sequestri (3.745, con +15%), e dai reati contro la fauna (6.215). Le inchieste contro i traffici illeciti di rifiuti nel 2021 sono state 38, contro le 27 dell'anno precedente, mentre nei primi sette mesi di quest'anno sono state 17. I quantitativi di rifiuti sequestrati superano i 2,3 milioni di tonnellate, l'equivalente di 94.537 tir - dice la ong - che in fila andrebbero da Reggio Calabria al confine con la Svizzera.
Sono stati 640.195 i controlli nel settore agroalimentare dove il traffico illecito di oli vegetali esausti risulta tra i nuovi interessi delle ecomafie. Impennata l'anno scorso, dei reati contro il patrimonio boschivo - 5.385 tra incendi colposi, dolosi e generici (+27,2%) con una superficie colpita dalle fiamme di oltre 159.000 ettari (+154,8% sul 2020) - e contro il patrimonio culturale con l'aumento dei furti di opere d'arte, a quota 603 (+20,4%).
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