Cosa dice l'ultimo rapporto dell'Onu sul clima
Dopo gli ultimi otto anni di lavoro e richiami all'azione la situazione climatica è peggiorata e l'Ipcc, l’Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, rivolge l'ultimo appello direttamente ai decisori politici di tutto il mondo: tagliare subito i gas serra in tutti i settori e dimezzarli entro il 2030 perché questo decennio sarà cruciale per il futuro dell'umanità.
È questo il messaggio principale del nuovo rapporto di sintesi pubblicato ieri. Il documento non presenta novità rispetto ad analisi già diffuse, ma riassume in un formato più snello migliaia di pagine per i governi che devono adottare nuove politiche di mitigazione degli effetti del riscaldamento climatico. Oggi, dice l’Ipcc, è cruciale investire risorse pubbliche e private perché le opzioni per abbattere la CO2 sono già disponibili, dalle rinnovabili alle tecnologie green.
Il documento
Gli scienziati del clima dei 194 paesi dell'Onu avvertono che i gas inquinanti sono aumentati e pure il riscaldamento globale viaggia già a +1,1 gradi - rispetto al massimo indicato di 1,5 entro fine secolo per evitare disastri ambientali - mentre i piani attuali dei governi per frenarlo sono insufficienti. Insomma, «la bomba climatica scandisce i secondi. Ma il rapporto Ipcc è una guida pratica per disinnescarla» afferma il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, sottolineando che «il limite di 1,5 gradi è realizzabile». Ma «serve un'azione ambiziosa, quanto prima» rimarca il presidente dell'Ipcc Hoesung-Lee.
In 37 pagine gli esperti hanno riassunto una panoramica aggiornata delle conoscenze e della crisi climatica globale: è la sintesi dei tre volumi (migliaia di pagine a cui hanno contribuito centinaia di scienziati) del «6/o Rapporto di valutazione sul cambiamento climatico» pubblicati fra il 2021 e il 2022 su «Le basi fisico-scientifiche», «Impatti, adattamento e vulnerabilità» e «Mitigazione». Il riassunto contiene elementi anche di altri tre rapporti su 1,5 gradi, ecosistemi terrestri e oceani e criosfera. Il quadro climatico generale intanto resta grave: negli ultimi 10 anni il numero dei morti per siccità, nubifragi e uragani è stato 15 volte più alto e anche l'Europa rischia di vedere raddoppiato o triplicato il numero di cittadini coinvolti se la temperatura media globale sale di 3 gradi centigradi rispetto al periodo pre-industriale.
Cosa intende fare il governo italiano
Quattro i rischi da temere secondo gli esperti, anche per l’Italia: ondate di calore, siccità, crisi idrica e inondazioni. Già nei giorni scorsi il Centro comune di ricerca aveva avvertito che gli impatti della siccità sull'Italia settentrionale, la Francia e la Spagna «sono visibili» e «preoccupano per l'approvvigionamento idrico per uso umano, l'agricoltura e la produzione di energia».
Per scongiurare questa possibilità il vice premier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha annunciato che coordinerà un altro tavolo sull'emergenza siccità e ha insistito sul bisogno di «sbloccare cantieri e liberare finanziamenti». Per molte opere «è necessario dare poteri commissariali» ha detto il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto, spiegando che con altri ministeri sta mettendo «insieme una serie di norme per intervenire in modo più rapido».
Le tre linee del governo contro la crisi idrica sono «risparmio, desalinizzazione e riutilizzo dell'acqua» ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessandro Morelli.
L'Osservatorio CittàClima di Legambiente afferma che sono recuperabili 22 miliardi metri cubi acqua all'anno ma la sfida passa dalle città e serve una roadmap.
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