Clima e agricoltura: sfide e soluzioni secondo Giuliacci
Gli ultimi dieci anni sono stati i più caldi dell’era moderna, e purtroppo le previsioni non lasciano spazio all’ottimismo. Il cambiamento climatico, infatti, si sta accelerando con una velocità preoccupante e l’agricoltura si trova a dover fronteggiare una delle sfide più urgenti della sua storia.
A evidenziarlo è stato Andrea Giuliacci, climatologo e accademico, intervenuto ieri durante il convegno «Terra di innovazione: il futuro dell’agricoltura è qui», organizzato da Coldiretti in occasione della 67esima edizione della Fiera Regionale Agricola, Artigianale e Commerciale di Lonato.
Giuliacci ha sottolineato come l’innovazione rappresenti una delle chiavi fondamentali per affrontare le sfide legate al cambiamento del clima: «Sarà necessario adottare nuove tecnologie e cambiare le nostre abitudini se vogliamo adattarci a un mondo che cambia così velocemente».
I numeri
I dati scientifici, ha spiegato Giuliacci, sono inequivocabili. «Dal 1880 le temperature globali sono aumentate di 1,1 gradi, con un’accelerazione a partire dagli anni Ottanta. L’Italia, in particolare, è uno dei Paesi che subisce maggiormente il riscaldamento globale: qui le temperature sono cresciute di ben 2 gradi». E sebbene il 2024 sia destinato a essere l’anno più caldo dell’era moderna, la tendenza non sembra destinata a invertire la rotta.
«Il riscaldamento globale è una certezza ormai, e nei prossimi anni la situazione peggiorerà ulteriormente», ha aggiunto. «Per la fine del secolo, nella peggiore delle ipotesi, ci aspettiamo un aumento compreso tra 2,1 e 4,5 gradi», ha avvertito. Questo aumento avrà conseguenze drammatiche, a partire dalla scomparsa, entro metà secolo, dei ghiacciai situati sotto i 3.500 metri di altitudine. «Una perdita che comporterà enormi ripercussioni sulla disponibilità d’acqua, già messa a dura prova».
Le precipitazioni
Non solo il caldo, ma anche il regime delle precipitazioni si sta trasformando. Giuliacci ha spiegato che le piogge medie annuali sono destinate a diminuire, con riduzioni particolarmente marcate al Sud e durante l’estate.
«In futuro pioverà meno, ma quando lo farà sarà in modo violento, soprattutto durante i mesi invernali. Aumenteranno gli episodi di piogge intense, mentre i periodi di siccità diventeranno più lunghi e frequenti. Tirando le somme, avremo sempre meno acqua disponibile, e questo rappresenta una minaccia concreta per l’agricoltura e non solo», ha detto Giuliacci.
Questi cambiamenti, ha sottolineato il climatologo, richiedono una risposta immediata e decisa. L’innovazione, in questo senso, rappresenta la strada maestra per il settore agricolo. «La tecnologia può aiutarci a sviluppare sistemi più efficienti per la gestione dell’acqua e per garantire una produzione sostenibile anche in condizioni climatiche avverse», ha spiegato l’esperto. Tuttavia, non basteranno solo strumenti innovativi: sarà fondamentale anche un cambio di mentalità e di approccio. «Dovremo adattarci a un mondo in cui le risorse naturali saranno sempre più scarse, mentre gli eventi climatici estremi diventeranno la norma. Se vogliamo affrontare il cambiamento climatico, dobbiamo essere pronti a cambiare noi stessi».
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