Caso Caffaro, battaglia in aula tra consulenti di accusa e difesa

Nel processo abbreviato confronto sulle concentrazioni di mercurio nel terreno sotto il reparto clorosoda. Prossima udienza l’11 giugno
Tra i capannoni della Caffaro in via Nullo - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
Tra i capannoni della Caffaro in via Nullo - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
AA

Per i tecnici di Arpa la concentrazione di mercurio nel terreno sul quale sorgeva il reparto clorosoda di Caffaro è vistosamente aumentata tra il 2004 e il 2019, nel periodo in cui lo stabilimento era sotto la loro responsabilità.

Per i consulenti tecnici ai quali si sono rivolti Marco Cappelletto (commissario straordinario di nomina governativa di Caffaro Snia) e Alfiero Marinelli (procuratore speciale per la tutela ambientale della stessa azienda) lo stato nel quale versava il sottosuolo corrispondente alla produzione, finita sotto la lente della procura della Repubblica, invece è eredità accumulata negli anni precedenti ed è del tutto indipendente dalla loro attività.

Visioni differenti quelle che hanno animato la prima udienza del processo abbreviato che si sta celebrando a carico oltre che di Cappelletto e Marinelli, anche dell’ex commissario straordinario del Sin Caffaro Roberto Moreni. I primi due devono rispondere di deposito incontrollato di rifiuti e inquinamento ambientale doloso, mentre Moreni è accusato di inquinamento ambientale colposo.

La prossima udienza

Terminato il confronto in aula tra i consulenti di parte, il giudice dell’udienza preliminare Andrea Guerrerio ha dato appuntamento alle parti per il prossimo 11 giugno. In quell’occasione il procuratore aggiunto Silvio Bonfigli e gli avvocati degli imputati (Carla Gheruzzi e Stefano Lojacono per Moreni, Ennio Buffoli e Daniele Grasso per Cappelletto e Garbisi e Federica Bertocco per Marinelli) potranno discutere e trarre le loro conclusioni, prima della camera di consiglio e la sentenza, attesa già per quella giornata. Al di là della loro datazione e origine, le concentrazioni di inquinanti sono un dato assodato. Il processo con tutta probabilità si giocherà quindi in diritto, ovvero sui ruoli degli imputati e sulle responsabilità che da questi derivavano.

Gli altri imputati

Due mesi prima, l’11 aprile, prenderà il via il dibattimento a carico della società Caffaro Brescia Srl e di altri quattro imputati: Antonio Todisco, Alessandro Quadrelli, Alessandro Francesconi e Vitantonio Balacco, che dell’azienda sono stati presidente del consiglio di amministrazione (Todisco e Quadrelli) e direttori di stabilimento (Balacco e Francesconi).

I quattro devono rispondere di inquinamento ambientale con riferimento, tra le altre cose, alla gestione della barriera idraulica creata per contenere il pregresso disastro ambientale. In particolare secondo l’accusa, non avrebbero potenziato la Mise e il sistema di depurazione delle acque. Avrebbero così mandato in circolo nelle rogge superficiali l’acqua contaminata dal Pcb ed emunta dalla falda sottostante la Caffaro, senza averla adeguatamente trattata e depurata. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.