Aria malata: dopo la tregua delle piogge è di nuovo allerta per le polveri sottili
Neanche il tempo di tirare (letteralmente) un sospiro di sollievo per la revoca del blocco dei diesel fino ad Euro 4 di pochi giorni fa, che puntuale come un orologio svizzero arriva la mannaia dell’Arpa: a Brescia tutti i valori sono di nuovo sopra la norma.
I dati
Grazie a qualche giorno consecutivo di pioggia battente, infatti, la Regione aveva sospeso lo stop al transito per i veicoli meno green. E l’effetto domino istituzionale aveva portato il Comune di Brescia a recepire immediatamente la disposizione «visto l’abbassamento delle concentrazioni di Pm10 nell’aria». Ma quello del 16 febbraio è più un bollettino di guerra dell’atmosfera che della qualità dell’aria: quasi tutte le centraline cittadine e dell’hinterland registrano infatti valori ben superiori ai 50 microgrammi per metro cubo – considerato il limite massimo da non superare nell’arco di 24 ore. E invece così è stato, ancora una volta: la centralina Broletto si è fermata ad 82 microgrammi per metro cubo di particolato, la «Tartaglia» fa poco meglio segnando 77, così come la macchina del Villaggio Sereno che certifica un valore di 84 alla voce Pm10. È la stazione di monitoraggio di Sarezzo ad indicare il valore migliore – 72 – comunque molto più alto del limite consentito di polveri sottili, mentre il dato peggiore si registra a Rezzato, dove il dispositivo dell’Arpa registra 106 microgrammi di Pm10 per metro cubo nell’aria. Sostanzialmente il doppio del punto massimo. Non sono invece pervenuti i dati delle centraline di San Polo e di via Turati.
A peggiorare repentinamente lo scenario dell’aria bresciana è con ogni probabilità un doppio fenomeno: da una parte la prolungata assenza di precipitazioni e dall’altra l’inizio del fine settimana (coinciso per i bresciani col ponte di San Faustino) che coincide con una massiccia circolazione di automobili.
I superamenti
E se dai dati Arpa dovessero emergere altre giornate nere come quella di venerdì 16 febbraio, non è escluso che il Pirellone adotti la nuova misura temporanea di blocco dei veicoli diesel fino a Euro 4. Anche perché le organizzazioni sanitarie hanno individuato la soglia dei 35 giorni all’anno con Pm10 in eccesso. Ogni giorno in più è fuorilegge (e il 2024 è appena cominciato). Basti pensare che nel 2023 Brescia ha «fatto 40», ma persino peggio hanno fatto Mantova (62 giorni oltre il limite), Milano (49), Cremona (46), Lodi (43). E se si considera un range temporale ben più ampio, dal 2006 i giorni di superamento delle polveri sottili nell’aria a Brescia sono stati ben 146.
Un drammatico terzo gradino del podio dietro a Milano (149) e Mantova (148). L’obiettivo, per la città e la sua provincia, è almeno di fare meglio dello scorso anno e rientrare entro «quota 35». Per tornare a respirare.
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