Ambiente

Ambiente, energia e mobilità: l’Italia del 2035 con «le scelte giuste»

Paola Gregorio
Un incontro al teatro DerMast organizzato dall’attivista per il clima Giovanni Mori, che ha discusso con esperti, professori e diplomatici
Giovanni Mori e in collegamento Gammenos Mastrojeni -  Foto/Instagram italiaimpossibile
Giovanni Mori e in collegamento Gammenos Mastrojeni - Foto/Instagram italiaimpossibile
AA

Città costruite attorno alle persone e non alle auto, trasporto pubblico comodo e vantaggioso. Comunità energetiche rinnovabili diffuse e una coscienza ambientale che è maggioranza, la tecnologia e l’intelligenza artificiale al servizio dell’ambiente, Sud e Nord dell’Europa alleati per combattere il cambiamento climatico.

È l’Italia del 2035, immaginata da Giovanni Mori, già candidato al Consiglio comunale e alle Europee, e attivo da tempo nelle battaglie ambientali. Mori ha provato a disegnarla mettendo attorno ad un tavolo – al Teatro DerMast – professori universitari, attivisti, diplomatici, esperti di intelligenza artificiale e mobilità per un evento dal titolo evocativo «2035. Italia Impossibile».

Cambiamenti

Mori è partito da quello che è successo negli ultimi dieci anni e dallo stato dell’arte: «Siamo sull'orlo della terza guerra mondiale. Il mondo è sempre più pericoloso. Nel 2015 sembrava che con gli accordi di Parigi e la Conferenza sul cambiamento climatico il mondo fosse orientato. Ma gli Stati Uniti sono usciti dagli accordi parigini. Nel settembre 2019 c’è stata la più grande manifestazione per il clima . Nel 2020 è arrivato il Covid 19 e gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire in modo sempre più drammatico. C’è stata la più grande accelerazione mai vista di emissioni di CO2». Comunque, ha concluso Mori, «siamo qui per sognare in grande e guardare lontano ma anche per essere concreti, impostando proposte reali. Per cambiare le cose è indispensabile fare politica».

Disuguaglianze

Bisogna  innanzitutto ridurre le diseguaglianze economiche con una riforma del fisco. Lo ha spiegato Andrea Roventini economista e docente alla Scuola Superiore Sant’Anna. «La diseguaglianza in un Paese come l’Italia sta crescendo – ha detto –. Tutte le riforme sul lavoro degli ultimi anni hanno fallito perché hanno aumentato la differenza salariale. Una riforma del sistema fiscale permetterebbe di arrivare a un sistema  più equo, con un’imposta patrimoniale che colpisce solo i più ricchi, riducendo il carico fiscale del 95% della popolazione, investendo su istruzione e sanità o utilizzando le risorse per ridurre il debito pubblico».

Mobilità ed energia

E poi c’è tutto il tema della mobilità sostenibile di cui molto si discute ma che spesso è difficile mettere a terra. Ilaria Fiorillo, divulgatrice di mobilità dolce attraverso la pagina Milano in Bicicletta ha sottolineato che «per arrivare ad una mobilità efficiente, sostenibile ed equa bisogna disegnare le città attorno alle persone e non alle auto, creare le condizioni per permettere di muoversi in bicicletta in sicurezza, il trasporto pubblico deve diventare comodo e vantaggioso. Ci vogliono investimenti seri e politiche urbane mirate». 

Sara Capuzzo, presidente di ènostra, la più grande cooperativa energetica in Italia ha scritto una lettera a Mori dal 2035 «Tra le più grandi bugie c’è quella che la transizione ecologica sia sacrificio. Immagino un’Italia del 2035 in cui siano fiorite migliaia di Comunità energetiche rinnovabili che hanno creato reti sociali e stimolato nuova coscienza energetica. E in cui sia stato adottato un mix al 100% di energie rinnovabili». 

La tecnologia non ci sostituirà, ma può essere utile. Come? «Ad esempio con il machine learning per monitorare e preservare ecosistemi e specie a rischio e per la gestione delle reti elettriche, reti mobili e fibra più diffuse e potenti, data center nei posti giusti alimentati a fonti a basse emissioni e monitorate», ha sintetizzato Martino Wong, divulgatore di tecnologia. 

Clima

L’emergenza delle emergenze è il cambiamento climatico, in particolare nel Mediterraneo. «Il Mediterraneo è il mare che si sta scaldando più velocemente di tutti – ha ricordato Grammenos Mastrojeni, diplomatico dell’Unione del Mediterraneo – .Entro dieci anni possiamo prevedere 250 milioni di persone in scarsità d’acqua, centinaia di migliaia di migranti climatici in movimento. Il sistema dei ghiacciai sta crollando, i delta dei fiumi si salinizzano alla velocità della luce. Prima il Mediterraneo dava la stabilità climatica. Oggi non è più così, è diventato instabile. L'identità europea sta perdendo il clima che ci ha forgiato, quello della ciclicità delle stagioni le fasce climatiche stanno transitando velocemente».

Ma una soluzione c’è, ovvero «bisogna utilizzare in modo intelligente le diverse caratteristiche del Sud e del Nord dell’Europa, ma anche degli altri Paesi del bacino del Mediterraneo – ha argomentato –. Per la decarbonizzazione ad esempio abbiamo bisogno del calore del Sud e dell’eolico dei Balcani».  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.