GdB 80 anni: così giornale, tv, radio e web al servizio del futuro
Si entra «bucando» un muro di parole. Parole appoggiate leggere alla vetrata d’ingresso, come fossero in attesa di essere lette, dette, ascoltate. È la soglia della casa dell’Editoriale Bresciana, dove convivono giornale, tv, radio, web insieme a tanti altri settori meno visibili ma altrettanto vitali ed essenziali. Le parole sono la materia prima di questo mestiere: scritte, pronunciate, accompagnate da foto e da video. Sono sostanza, respiro quotidiano.
Appena dentro, la vocazione territoriale si dichiara: i 205 Comuni della provincia corrono sulla parete curva, come un abbraccio. E sopra, ancora più esplicita, compare l’iperlocalità: frazioni e contrade – da Vico a Villa, San Faustino e Case Sparse – come compaiono nel database degli abbonati del Giornale di Brescia.

La redazione multimediale
Le scale corrono accanto a una pioggia di parole sospese, e al primo piano batte il cuore della redazione multimediale. È qui che la notizia prende forma, cercata, verificata, approfondita e poi declinata nei vari mezzi che la accoglieranno: carta, schermo, voce. Ogni canale ha i suoi tempi, i suoi gesti. Ma la sorgente è una sola.
Ad accogliere chi arriva c’è una segreteria ellittica che sembra un abbraccio, avvolta dalla pellicola della vecchia rotativa. Memoria in movimento. Poco più in là, la Sala Libretti, custode di storia e storie. E ancora, la parete museo con frammenti di memoria multimediale e poi la redazione, un open space dove convivono funzioni e colori: una base neutra, condivisa, su cui spiccano accenti cromatici che dialogano tra loro. L’architettura, firmata Michele Piccardi, racconta il ritmo di chi per mestiere e vocazione scrive ogni giorno il racconto del presente. Ogni scrivania è un’isola, ogni isola un punto d’incontro.
Al centro, sempre, la notizia. Intorno chi la ascolta, la scrive, la monta, la trasforma. Prima il web, la tv, la radio. Poi la carta, con le sue cronache, la cultura, l’economia, lo sport, il mondo.
E poi i luoghi della pausa e del pensiero: sale dove si scambiano le idee, due grandi librerie – una cubica, l’altra lineare – per oltre 300 metri di scaffali. Un omaggio al libro, per almeno due motivi: il primo, funzionale, perché riempie lo spazio con contenuti che parlano; il secondo, esistenziale, perché ci ricorda chi siamo e da dove veniamo.
Il futuro? È ancora un foglio bianco. Che scriveremo con la stessa cura, passione e responsabilità di sempre.
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