80 anni GdB

Ponti distrutti, cavalli ed elettori: le prime foto pubblicate sul GdB

La scarsità di carta impose al quotidiano di escludere le immagini per un intero anno, ma dal 1946 le fotografie entrarono in pagina
La prima foto in prima pagina: piazza Vittoria che esulta per l'avvento della Repubblica - © www.giornaledibrescia.it
La prima foto in prima pagina: piazza Vittoria che esulta per l'avvento della Repubblica - © www.giornaledibrescia.it
AA

I piloni protesi al cielo, come enormi colonne di un tempio profanato dall’assurdità della guerra. Privi della loro ragion d’essere: quei binari ai quali per 88 anni avevano dato sostegno consentendo ai treni a vapore di superare l’Oglio.

Racconta di danni causati dalle bombe del Secondo conflitto mondiale, terminato un anno prima, la prima fotografia che appare sulle pagine del Giornale di Brescia. Il quotidiano per i primi dodici mesi di vita combatte con le ristrettezze: carta e inchiostro scarseggiano e il giornale è di due sole pagine, fronte e retro di un solo foglio. Non c’è spazio sulle edizioni ordinarie per le foto.

I precedenti

Queste non costituivano in sé una novità, tanto che già popolavano le colonne dei tre quotidiani presenti nel Bresciano prima del Ventennio: la «Sentinella», liberale con posizioni via via più conservatrici, lo zanardelliano «La Provincia», di marca progressista, e il «Cittadino», figlio di quel cattolicesimo sociale che aveva avuto in Giorgio Montini, padre del futuro Paolo VI, uno dei principali alfieri. Né fotografie erano mancate sulle pagine dei due organi del regime fascista, il «Popolo di Brescia» e «Brescia Repubblicana», subentratagli con l’Rsi, sui quali l’immagine era stata asservita alla propaganda, tra parate, esercitazioni, imprese belliche, feste del partito unico.

Pasqua 1946

La scelta di escludere la pubblicazione di foto – pur imposta dalle incertezze del periodo – concorse forse anche a tracciare una cesura netta col precedente uso distorto degli scatti: questa sorta di iconoclastia laica lasciava piuttosto spazio alle urgenti informazioni di servizio di una provincia che doveva ripartire, riattivare servizi, rimettere in contatto famiglie e soldati prigionieri o sbandati, attraverso i bollettini della Croce Rossa pubblicati quasi ogni giorno.

Tuttavia, la voglia di andare oltre e dare nuovo smalto al quotidiano, nato come organo del Cln, doveva farsi sentire in redazione. Riprova ne è che la prima fotografia, o meglio, le prime appaiono appena è possibile superare i limiti di fogliazione di due pagine. L’edizione scelta è quella di un giorno speciale: la Pasqua 1946. È il 21 aprile, a ridosso del primo compleanno de «Il Giornale di Brescia», nato il 27 aprile 1945 (l’articolo svanirà dal 30 dicembre ’48). Il quotidiano esce per la prima volta con quattro pagine anziché due. Viene aggiornato anche il prezzo: «Numero di due pagine: lire 4; numero di quattro pagine lire 5». L’edizione domenicale – e così da allora – contiene anche una «terza pagina», quella tradizionalmente dedicata alla cultura. La proposta è di articoli di lettura, intrattenimento, svago.

Il viadotto di Palazzolo

Il ponte di Palazzolo - © www.giornaledibrescia.it
Il ponte di Palazzolo - © www.giornaledibrescia.it

Ed ecco campeggiare le prime tre foto che immortalano il ponte ferroviario di Palazzolo distrutto dalle incursioni alleate. Gli scatti sono a corredo di un articolo dedicato a un recente libro di Giacinto Ubaldo Lanfranchi sulle sorti del viadotto, centrato da alcuni dei 1.096 ordigni (così nel pezzo) caduti sulla cittadina. In calce, la sigla «m.p.», quella di Mino Pezzi, cronista di esperienza, già corrispondente di guerra in Libia e per mare, allora caporedattore e destinato tre anni più tardi a succedere nella direzione a Leonzio Foresti.

Le fotografie – stampate con tecnica rudimentale – non sono opera di un fotografo professionista, bensì di un membro di illustre stirpe di industriali palazzolesi del settore tessile: l’ingegner Willy Nieggler (1885-1966), direttore e poi presidente della Niggeler & Küpfer, nonché vertice della locale sezione Cai, alla quale era legato anche l’autore del volume. Per inciso, la fotografia era passione di lunga data per l’ingegnere e radicata nella famiglia di origini svizzere, tanto che la nipote Ada Nieggler (1913-2011, figlia del fratello Ernesto) fu apprezzata fotografa naturalista e tra i pionieri della fotografia subacquea assieme al marito Dimitri Rebikoff. Le tre immagini sono proposte come supporto alla narrazione storica oggetto del volume.

La cronaca e lo sport

Per una virata a temi più squisitamente di cronaca bisogna attendere altre due settimane. Siamo sempre nella «terza», ma il tema è di stretta attualità: il ripristino di strade e infrastrutture della provincia dopo la guerra. Curiosamente, anche domenica 5 maggio sono dei ponti ad essere proposti: quelli di Gratacasolo, a Pisogne, e del torrente Abbioccolo a Lavenone, il primo riqualificato, il secondo sotto i ferri.

Per una foto a soggetto sportivo, invece, bisogna attendere il 26 maggio: non è il gioco di «eupalla», il calcio secondo Brera, a beneficiarne. Ad accorrere verso l’obiettivo del fotografo (ignoto) sono quattro cavalli (con relativi fantini su carrozzella), a corredo dell’articolo di Sandro Furlan sui «trottatori di Leno», che racconta il ritorno delle corse all’ippodromo bassaiolo dopo 6 anni di stop obbligato.

I trottatori di Leno - © www.giornaledibrescia.it
I trottatori di Leno - © www.giornaledibrescia.it

Nera e politica

È invece la minaccia di rigurgiti fascisti a restituire ai lettori una prima immagine di cronaca nera: sul GdB del 1° giugno 1946 si trova infatti riprodotta la tessera di appartenenza a una Squadra d’Azione Mussolini (Sam) di un neofascista triestino sorpreso a fare proseliti a Brescia e per questo rinchiuso a Canton Mombello.

Alle foto si alternano spesso disegni autografi: ci sono quelli dell’indimenticato Oscar Di Prata, come pure gli schizzi di Danilo Allegri, pittore, documentarista ed esponente della storica famiglia di fotografi bresciani. Proprio il credit «Foto Allegri» accompagna la prima foto di cronaca pura della storia del quotidiano, dall’alto valore simbolico: immortala elettori al voto in un seggio cittadino, alla prima consultazione libera da quasi un quarto di secolo, la prima in assoluto per le donne. Si sceglie tra monarchia e Repubblica. Le urne sono aperte il 2 e il 3 giugno, la foto campeggia sul quotidiano di martedì 4.

La prima in prima

E se sull’edizione dell’11 giugno fa capolino una realizzanda galleria Tito Speri, solo parzialmente scavata, è il 13 giugno 1946 quando appare la prima fotografia in prima pagina.

In basso, con un taglio schiacciatissimo a esaltare la suggestione, c’è una piazza Vittoria straripante di folla che esulta per l’avvento della Repubblica. L’esito della consultazione democratica è lì che si specchia negli occhi sgranati verso l’obiettivo di migliaia di bresciani. Ha vinto la libertà. Quella storica fotonotizia (sempre a firma Allegri) lo documenta, con una scelta che rinnova la fedeltà ai valori costitutivi del quotidiano.

La didascalia invece ci restituisce un altro frammento di storia: «Il popolo bresciano acclama alla Repubblica in Piazza Martiri della Libertà». Così, infatti, era stata ribattezzata subito dopo la Liberazione la piazza piacentiniana, già svanito il Bigio. Il nome, rimosse le macerie cifra dei bombardamenti, resterà all’attiguo corso, mentre la Vittoria tornerà anche nella toponomastica da fine 1947 (ma l’uso dei due nomi conviverà a lungo: su molte cartoline insiste la versione «epurata» sino a fine Anni ’50).

Gli spazi per le foto sul GdB diverranno poi via via più generosi. E con essi si moltiplicheranno i nomi dei fotografi: da Silvano Cinelli, indimenticato maestro, a Orioli, sino a Bruno Massadi e Pierre Putelli dell’agenzia Eden, per citare quelli più risalenti. Ma questa è un’altra storia. Tutta da raccontare.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.