I lettori di oggi e di domani in redazione, dove nascono le notizie
Certe date non sono solo numeri su un calendario: sono il battito di una comunità, il racconto di vite intrecciate nel tempo. Per celebrare l’80esimo anniversario del Giornale di Brescia, oggi la redazione ha aperto le sue porte, invitando cittadini di ogni età a scoprire cosa si cela dietro le notizie che ogni giorno entrano nelle loro case attraverso il giornale di carta stampata, gli schermi della televisione e dello smartphone e le voci della radio. Nel complesso sono state circa 250 le persone che hanno partecipato alle visite guidate e ai laboratori per i più piccoli.
Le visite guidate
Sin dal mattino la redazione e gli studi di Radio Bresciasette e Teletutto – nomi che da anni accompagnano le giornate dei bresciani – hanno aperto i loro spazi e le loro storie, svelando i luoghi dove le notizie arrivano e i volti di chi lavora per portarle nelle case della gente.
A guidare questa esplorazione, nel pomeriggio, è stato il giornalista Paolo Bertoli (alternandosi durante il giorno coi colleghi Fabio Gafforini, Roberto Manieri e Massimiliano La Neve), che ha condotto i visitatori in un viaggio sconosciuto ai più. «Quel che facciamo qui è fare in modo che la popolazione possa avere il maggior numero di notizie possibile – ha detto Bertoli –. Un lavoro tutt’altro che semplice, considerato che non sempre chi potrebbe aiutarci a ricostruirle sceglie di collaborare».
Ogni stanza al civico 22 di via Solferino racconta qualcosa: il brusio sommesso della redazione, i battiti sulle tastiere dei pc, i fogli appuntati accanto ai monitor. E, ancora, le sale di Radio Bresciasette e gli studi di Teletutto con le loro luci e le telecamere pronte a trasformare il lavoro invisibile in immagini che entrano nelle case dei bresciani.
«Non avevamo assolutamente idea che la radio e la tv fossero nello stesso edificio del GdB – ha esclamato una signora, che ha partecipato alla visita guidata insieme ai figli di 6 e 8 anni –. Anche il fatto che Teletutto possa comunicare fisicamente con la redazione grazie ai lavori di sistemazione degli anni scorsi penso sia una trovata geniale: in questo modo le notizie hanno modo di arrivare tempestivamente anche a noi». Anche lei, come molti altri presenti nel gruppo guidato da Bertoli, smartphone alla mano ha fotografato se stessa e i suoi figli con il logo di Teletutto sullo sfondo. «Stiamo toccando con mano quello che ogni giorno vediamo sullo schermo – ha osservato un ragazzo –: è emozionante e mi aiuta a comprendere come prendono forma le notizie che leggo e ascolto ogni giorno».
I lettori di domani
È stata una bella sorpresa vedere tra i visitatori anche tanti bambini. Per loro è stato pensato qualcosa di speciale: un laboratorio teatrale, condotto dall’attrice Fabiana Biemmi, che ha permesso ai più piccoli di immergersi in un gioco creativo. Come? Aiutando un giornalista molto particolare, Lino Inchiostro, a ritrovare le parole perdute del suo articolo di compleanno.
Dal cappello malconcio del giornalista smemorato i piccoli esploratori hanno pescato parole misteriose, le hanno interpretate a gesti, ridendo e collaborando, fino a ricostruire insieme il racconto. Un esercizio di fantasia che è stato al contempo anche un atto d’amore verso le parole, verso il mestiere di chi ogni giorno le cerca, le pesa, le mette in fila per raccontare la verità. Alla fine del laboratorio ogni bambino ha ricevuto un diploma da «Esploratore delle Parole», stringendolo tra le mani come fosse un tesoro.
Tra una visita e l’altra oggi pomeriggio si è respirato qualcosa di raro: un senso di appartenenza. Perché il Giornale di Brescia non è solo carta stampata, voce alla radio o volto in televisione. È una parte viva della città, che da ottant'anni racconta paure, speranze, conquiste e rinascite, accompagnando generazioni di bresciani.
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