Italia e Estero

Omicidio Macchi: giudici, lo Stato versi a Binda 212mila euro

Il controesame dell' imputato Stefano Binda durante l'udienza per l'omicidio della studentessa Lidia Macchi al tribunale di Varese, 2 febbraio 2018. ANSA/LAIACONA ENZO
Il controesame dell' imputato Stefano Binda durante l'udienza per l'omicidio della studentessa Lidia Macchi al tribunale di Varese, 2 febbraio 2018. ANSA/LAIACONA ENZO
AA

MILANO, 23 SET - La Corte d'Appello di Milano ha confermato che Stefano Binda, che fu assolto in via definitiva dall'accusa di avere ucciso nel 1987, nel Varesotto, Lidia Macchi, studentessa di 21 anni e sua ex compagna di liceo, ha diritto ad un indennizzo da parte dello Stato, come "riparazione per l'ingiusta detenzione" per essere stato per tre anni e mezzo in carcere, tra il 2016 e il 2019. Indennizzo che è stato quantificato in circa 212mila euro. I giudici milanesi - dopo che una precedente sentenza, sempre della Corte d'Appello, di risarcimento da circa 300mila euro era stata annullata con rinvio dalla Cassazione - hanno ora abbassato la cifra di un terzo circa rispetto alla prima decisione. La Corte, infatti, ha attribuito a Binda una "colpa lieve" nella sua condotta processuale. La Procura generale di Milano aveva sempre sostenuto che "con i suoi silenzi" Binda avrebbe "contribuito all'errore sulla sua carcerazione" e che "la condotta mendace" negli interrogatori fu una "condotta fortemente equivoca". E sosteneva, dunque, che non avesse diritto ad indennizzi. Per la difesa, coi legali Sergio Martelli e Patrizia Esposito, invece, il 55enne ha sempre ribadito che lui non c'entrava con l'omicidio e che era in vacanza in quei giorni e dei testimoni l'hanno confermato. L'omicidio Macchi resta un caso irrisolto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo