A Brescia la guida autonoma sarà al servizio dei cittadini
Se la questione dell’automotive (qui l’analisi del settore nel portale bilanci) si risolvesse tutta in un duello a singolar tenzone tra endotermico ed elettrico i giochi sarebbero fatti: o vince l’uno o vince l’altro. E stop. Invece la partita è ben più complessa di così e abbraccia usi delle persone e contesti geopolitici, risorse economiche e scelte politiche. E parla di motori elettrici, endotermici ma anche legati ad altre soluzioni tecnologiche, dai biocarburanti ai combustibili sintetici.
«Ecco perché il bando dal 2035 di veicoli a benzina e Diesel è una stupidaggine, unitamente al sistema di multe che dal 2025 scatterà per i costruttori del continente» ha affermato Alfredo Altavilla responsabile sviluppo in Europa della casa automobilistica cinese Byd, durante il Galà dei Bilanci al Teatro Grande di Brescia. Non stupisca però che il marchio sia uno dei principali produttori di veicoli elettrici nel Paese asiatico, «perché il 70% della produzione è in realtà rivolta all’ibrido» ha precisato. Ancora una volta ciò conferma che la fossilizzazione sul manicheo scontro tra endotermico ed elettrico, «una diatriba tribale» secondo il presidente dell’Associazione nazionale filiera industria automobilistica Roberto Vavassori, non fa vedere la vera portata del problema che vive l’automotive: «Calo della domanda, sovrapproduzione, capacità produttiva cinese e l’assolutismo dei regolamenti europei, con i quali sono state calate dall’alto le scelte, sono le più grandi questioni ballo – ha aggiunto il numero uno di Anfia –. Ma, non fermandosi solo al mercato europeo ma cercando sbocchi anche nel resto del mondo, sforziamoci di aprire gli occhi verso le varie opportunità».
Partnership con A2A
E se si parla di opportunità, il professore di Ingegneria dell’automazione del Politecnico di Milano Sergio Savaresi ne ha portata sotto gli occhi di tutti una, ancora poco conosciuta o meglio, travisata: la guida autonoma. «I veicoli elettrici non si addicono al modello dell’auto privata tipica del nostro mondo occidentale, dove i veicoli rimangono per lungo termini fermi – ha spiegato –. Va benissimo invece per spostamenti condivisi nell’ottica della sharing economy». Qui però il problema è legato al raggiungere le vetture, spesso fisicamente lontane dall’utente. «Con la guida autonoma le auto potrebbero andare dove servono» ha evidenziato, annunciando anche che la prima sperimentazione di mobilità autonoma al servizio del cittadino avverrà proprio a Brescia: «Il primo chilometro in autonomo verrà percorso il 22 gennaio del 2025, in partnership con A2A».
Tutto questo rende ancor più chiaro come, anche alla luce di quel futuro come opportunità secondo la visione del rettore Castelli e del professor Teodori, solo la neutralità tecnologica ha le caratteristiche giuste per rispondere ai timori dell’industria dell’auto bresciana, italiana e persino europea. «Bisogna affrontare il percorso verso la decarbonizzazione al 2050 in modo pragmatico, guardando non solo all’aspetto ambientale ma coniugandolo con quello di sostenibilità economica e sociale – la conferma che è giunta dal vice presidente Hseq del gruppo Eni Giovanni Milani –, perché ci può essere una vera transizione solo se questa è giusta e se a tutti vengono forniti gli strumenti per arrivare all’obiettivo». Altrimenti la profezia di Altavilla, per il quale «bisogna vedere chi giungerà vivo al 2035», potrebbe avverarsi. Eppure Brescia e il suo territorio non solo hanno le carte in regola per saper affrontare la sfida, hanno gli strumenti per vincerla. Per superare così quella «tempesta perfetta che imperversa sull’automotive», così come ritratta dalla direttrice Vallini, usando la Storia per creare le storie che saranno.
E magari cercando non solo altri mercati ma anche altre direzioni «come per esempio il comparto aerospace and defence – ha suggerito Ivan Losio, partner di EY –, dove le grandi imprese italiane cercano fornitori ma non li riescono a trovare. Qui potrebbe inserirsi la componentistica bresciana».
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