Corteo neofascista a Brescia, Castelletti: «Messaggi di odio»
Il giorno dopo il corteo neofascista che ha sfilato per le strade di Brescia, con circa 500 persone della galassia di estrema destra «Brescia identitaria» che sono giunte in stazione al grido di «Difendi la tua città», il mondo politico cittadino reagisce e condanna quanto accaduto.
La sindaca
Parole molto dure arrivano in primis dalla sindaca Laura Castelletti, che sottolinea come «il corteo di neofascisti che ha veicolato messaggi di odio per le vie di Brescia non ha fortunatamente raccolto i proseliti auspicati dagli organizzatori.
Resta comunque grave, in una città medaglia d’argento alla Resistenza, che ancora ha impressa la ferita della strage neofascista di piazza Loggia, che questi estremisti decidano di organizzare una manifestazione contro una società multirazziale, urlando slogan terribili e usando impropriamente, senza aver chiesto alcuna autorizzazione che mai sarebbe stata data, lo stemma del Comune, cosa per la quale ho già chiesto l’intervento della civica avvocatura. Brescia ha dimostrato di avere poco da spartire con queste persone. Lavoriamo da anni per una comunità inclusiva, che sappia accogliere e condividere nel rispetto delle regole.
Non ci fermeremo, la città appartiene alle tante persone che la abitano e la vivono nel rispetto reciproco, il razzismo e l’odio resteranno corpi estranei in una comunità che sta dimostrando quotidianamente che è possibile la convivenza anche nelle differenze».
Pd
Anche il segretario cittadino del Pd di Brescia Roberto Cammarata attacca il corteo neofascista, sottolineando come «Ieri a Brescia abbiamo assistito a una inaccettabile sfilata di neofascisti per le vie della città: una lugubre marcia di nostalgici al coro di “Brescia è nostra e ci appartiene!”. No, Brescia è di tutti coloro che la abitano, che la vivono, che ci lavorano, che la visitano, qualunque sia la provenienza, la cultura, la fede, la condizione economica e sociale.
Brescia è Città medaglia d’argento per la lotta partigiana. Brescia è la città che cinquant’anni fa ha subito l’insanabile ferita della strage neofascista di Piazza della Loggia. Brescia non è vostra e non lo sarà mai! Ieri erano in pochi, e tra loro in diversi venivano da altre città, ma anche in pochi erano comunque di troppo. Un mese fa la provocazione a Bologna, nei pressi della stazione, ieri a Brescia nel giorno che segue il 55° anniversario della strage di Piazza Fontana a Milano».
Sinistra italiana
Parole simili a quelle lanciate da Luca Trentini, segretario provinciale Sinistra italiana Brescia, ha attaccato il corteo neofascista «No, Brescia non è vostra. Brescia è e resta antifascista. Una indegna passeggiata neo fascista ha attraversato ieri sera Brescia città. Ovviamente contro l'immigrazione e per la "sicurezza". Noi non ci abituiamo a vedere esibito con orgoglio razzismo e intolleranza. Non accettiamo sfilate falangiste di rigurgiti del passato che possono esibire solo il loro odio. La storia li ha sconfitti, lo faremo di nuovo! Brescia non è loro. Brescia e l'Italia sono e restano antifasciste».
Bazoli
Ma il primo a porsi con forza contro i neofascisti è stato Alfredo Bazoli, senatore del Pd e figlio di una delle vittime della strage di piazza della Loggia: «È stata una vera e propria provocazione per una città civile e democratica, ferita da una strage neofascista 50 anni fa.
È intollerabile e preoccupante che questi gruppuscoli di estremisti rialzino la testa, sfidando a viso aperto le forze democratiche del Paese, forse approfittando di un clima che sentono meno ostile di un tempo. Mi auguro che tutte le forze politiche della città facciano cordone sanitario per isolare e rendere irrilevanti questi rigurgiti di un passato che ha segnato così pesantemente la città e il Paese».
Europa Verde
«Il corteo fascista inquadrato militarmente, (forse una falange inviata da Atreju) non è stata solo una provocazione, bensì la conseguenza della loro “riabilitazione” politica da parte del Governo con Fratelli d'Italia e la Lega in prima fila – è quanto affermato da Dario Balotta, commissario per Brescia di Europa Verde –- Contro i migranti che avrebbero occupato anche la “nostra Brescia”, i rigurgiti fascisti sono dettati dal sovranismo, dall'antisemitismo e dalla volontà di cancellare le loro responsabilità della strage di Brescia di 50 anni fa. Richiedere più sicurezza è solo un pretesto per riprendersi uno spazio politico annullato dalla Resistenza antifascista dell'Italia democratica».
Azione
«Ieri sera, un corteo neofascista ha sfilato per le vie di Brescia, una città simbolo della democrazia e della lotta per la libertà», è la risposta di Azione, nella persona del Segretario provinciale Marco Garza. «La sicurezza e l’identità di una comunità sono temi cruciali, ma non possono essere strumentalizzati per alimentare divisioni o avversioni verso l’altro. La vera sicurezza nasce dall’integrazione, dalla costruzione di una cultura condivisa e dal rispetto reciproco. È compito di una società civile scegliere il percorso dell’unione, non quello dello scontro. Brescia in Azione si unisce all’appello delle altre forze politiche: è necessario che tutte le comunità democratiche facciano fronte comune contro ogni forma di estremismo. Brescia ha il dovere di restare un simbolo di coesione e democrazia, un esempio di come si possa costruire una società fondata sul rispetto e sull’inclusione».
Anche il deputato bresciano di Azione Fabrizio Benzoni si è espresso definendo il corteo neofascista «un affronto inaccettabile per una città che ha scritto pagine di storia democratica e che porta ancora nel cuore la ferita della strage di Piazza della Loggia. Non possiamo tollerare che ideologie che hanno già causato dolore e distruzione rialzino la testa, alimentate da un clima di crescente ambiguità politica. Brescia non merita di essere teatro di simili provocazioni. Brescia è e sarà sempre un simbolo di democrazia e resistenza. È nostro dovere custodire e difendere questi valori, per il presente e per il futuro».
Manlio Milani
Dura anche la risposta di Manlio Milani, presidente di Casa della Memoria, alla manifestazione. «Dopo il corteo neofascista vicino alla stazione di Bologna – luogo della strage –, all’indomani della ricorrenza della strage di Piazza Fontana (Milano, 12 dicembre) e alla vigilia di quella di Piazzale Arnaldo (lunedì 16 dicembre), un altro sfregio neofascista viene portato alla nostra città che ha fatto dell’antifascismo, del rifiuto del razzismo, dell’accoglienza e della convivenza civile il suo modo di essere.
In questa provocazione non c’è solo lo sfregio alla memoria del 50° della strage neofascista di Piazza Loggia e alla ferita ancora aperta. Con quel corteo neofascista, anche nella sua forma come evidenziano le immagini, c’è anche lo sfregio al perché avvenne quella strage e alla grande risposta che democraticamente seppero allora dare i bresciani, le varie forze politiche e sindacali e le istituzioni.
Nel respingere tale provocazione è opportuno ribadire che la nostra città è di tutti e che sa vivere nel rispetto delle regole democratiche sancite dalla Costituzione antifascista. Mi auguro che anche oggi le istituzioni unitamente a tutte le forze politiche e sociali facciano sentire la loro voce invitando i cittadini a isolare questi rigurgiti di un passato che colpito la nostra città e il paese. Non possiamo accettarlo», conclude Milani.
I gruppi consiliari
Alle voci si è aggiunta anche quella della consigliera Raisa Labaran e dei consiglieri Iyas Ashkar e Francesco Patitucci, tutti e tre del gruppo consiliare Lista Civica Laura Castelletti Sindaco. «Ieri – purtroppo – la nostra città ha visto sfilare qualche centinaia di neofascisti inneggianti slogan deliranti e a tratti preoccupati. Abbiamo appurato per l’ennesima volta due dati di fatto non contestabili: il primo è che Brescia non si identificherà mai con improbabili rigurgiti neofascisti e ne sopporta le manifestazioni solo a prova dello spirito democratico che guida i suoi cittadini. Il secondo aspetto, quello tragicomico, è quello da cui scaturisce un inevitabile giudizio, ovvero che queste manifestazioni servono ai neofascisti per ricordarsi chi sono in una città che non lascerà mai loro alcuno spazio politico. Ogni forma di neofascismo ci preoccupa e ci mantiene in allerta, ma abbiamo fiducia e consapevolezza del fatto che i bresciani gente così nemmeno la considera», dichiarano i tre.
«Ci teniamo, tuttavia, ad assumere a monito gli slogan razzisti che sono stati utilizzati; non dobbiamo abbassare la guardia e “normalizzare” quanto accaduto. Come forze politiche dobbiamo evitare che si consideri ironico ciò che è blasfemo, razzista o addirittura mina ai principi costituzionali».
Valentina Gastaldi di Brescia attiva ha invece fatto sapere che «a giugno Brescia Attiva insieme ad altre giovanili di partito ha messo insieme il cinema antifascista, per rispondere alle inquinanti scoperte delle inchieste di Fanpage sulle giovanili di Fratelli d’Italia, che pullulano di militanti neofascisti. Oggi, dopo la manifestazione fascista a Brescia, quella necessità di riempire le piazze e non restare indifferenti sembra un imperativo categorico: dobbiamo scendere in piazza, partecipare alla vita politica della città, non voltarci dall’altra parte se qualcuno fa discorsi d’odio, unirci a chi costruisce comunità anziché distruggere. Non possiamo restare indifferenti perché è nella nostra indifferenza che i fascismi si insinuano».
Il centrodestra
«Il centrodestra si distingue nettamente da qualsiasi forma di estremismo e ribadisce il proprio impegno per il rispetto dei valori democratici e della libertà», dice una nota arrivata nel pomeriggio. «È però evidente un atteggiamento contraddittorio da parte della sinistra, infatti è curioso notare come la maggioranza faccia ampio uso di parole come “libertà” e “democrazia”, ma poi , ad esempio, non esiti a minacciare, in consiglio comunale, azioni legali nei confronti di consiglieri di opposizione che esprimono una visione diversa sulla questione della sicurezza. Inoltre, la stessa sinistra resta in silenzio di fronte alle manifestazioni organizzate dai centri sociali, che spesso sfociano in episodi di violenza e in cori contro le Forze dell’ordine. È tempo che la politica si faccia carico di un’analisi onesta e senza doppie moralità.
Nella nota il centrodestra si esprime anche nei confronti della sindaca Laura Castelletti, che secondo quanti scrivono «dovrebbe guardare con maggiore attenzione alla propria coalizione, al suo interno, dove alcuni esponenti, dopo aver fatto ritardare per tre anni, non hanno sostenuto la mozione contro l’antisemitismo e hanno paragonato Israele ai nazisti. Non possiamo inoltre non ricordare come questa amministrazione di sinistra abbia voluto fare un gemellaggio con la città di Kaunas; città dove sono ancora presenti oggi vie, piazze e statue dedicate a criminali nazisti; cosa in netto contrasto con la storia della città. Pertanto per noi nessuna ambiguità».
La replica degli organizzatori
Nella giornata di sabato è arrivata anche la contro-replica degli organizzatori del corteo attraverso una nota.
«Ieri sera a Brescia oltre 500 persone hanno preso parte al corteo organizzato da CasaPound Italia, Rete dei Patrioti, Brescia ai Bresciani, Veneto Fronte Skinhead, Nazionalisti Camuni e Comunità militante per protestare contro il degrado ormai dilagante nella città e per ribadire che certi quartieri sono e resteranno Italia», dicono. «Sempre più zone non solo di Brescia, ma anche di tante altre città italiane sono abbandonate all'incuria, trasformate in ghetti spesso inaccessibili agli italiani. La stazione cittadina è l’emblema: ecosistema abitato ormai solamente da spacciatori e sbandati. Infatti dopo la fine della nostra manifestazione si sono verificati nuovi episodi di violenza. Brescia è l’esempio lampante del fallimento della società multirazziale. I dati statistici vedono gli immigrati come campioni di criminalità: gli stranieri sono il 9% della popolazione totale, ma rappresentano ben il 33% dei carcerati e per alcuni crimini la percentuale di stranieri che lì commettono arriva anche al 50% del totale. Dalle notizie di cronaca e dai fatti quotidiani riportati dai cittadini bresciani, la realtà smentisce ampiamente la favola dell'immigrazione buona e necessaria diffusa dal sistema»
«Non solo insicurezza: a questa situazione – proseguono – si aggiunge lo smantellamento dello stato sociale in favore dello stato assistenziale, la progressiva sostituzione etnica ai danni degli italiani, le richieste di Confindustria di manovalanza straniera sottopagata a discapito dei diritti e delle tutele dei lavoratori e la presenza, già a partire dagli asili, di classi composte solo da figli di immigrati. Questa manifestazione ha dimostrato che esistono ancora italiani che non si arrendono a tutto ciò, che esistono ancora italiani disposti a lottare per il loro futuro e che non ci stanno a vedere morire la propria città e la propria Nazione a discapito di politiche, nazionali e internazionali, che generano una nuova lotta di classe dove ad approfittarsene sono solo le élite».
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