Valcamonica

Adamello, il bandierone tricolore non s’ha da fare

Il Parco esprime parere negativo al progetto. Bontempi: «È un errore, è solo un motivo politico»
La vetta. La parete nord del monte Adamello
La vetta. La parete nord del monte Adamello
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Un «no» tecnico. E un no «politico». La Valcamonica dice «no» al progetto «Tricolore in Adamello», l’iniziativa - ribattezzata per semplicità «il bandierone» - che puntava a srotolare sul monte Adamello, lungo la parete nord, un enorme vessillo per celebrare l’anniversario della vittoria della Prima guerra mondiale (nel luglio 2018).

Un «sogno» che avrebbe dovuto essere concretizzato da un apposito comitato, costituito anche dal prefetto e dall’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e guidato da Roberto Bontempi di Impronta Camuna, ma che ha scatenato un coro di «no».

Presentato già alcuni mesi fa, il progetto preliminare è stato formalizzato al Parco Adamello a inizio luglio, con il direttore Dario Furlanetto, insieme al collega Gian Battista Sangalli, che si è pronunciato qualche giorno fa. Tre i rilievi principali: i lavori preparatori e l’opera stessa potrebbero recare disturbo alla fauna selvatica (aquila reale, stambecco e pernice bianca) e i mezzi di trasporto (elicotteri) altererebbero la tranquillità dei luoghi con rumori, scarichi di residui di carburante, suoni e luci incompatibili col sito Natura 2000 e il parco naturale (in cui è inserito l’Adamello).

Inoltre l’esposizione mediatica dell’opera comporterebbe un abnorme e non sostenibile afflusso di visitatori che potrebbero causare gravi ripercussioni per gli ecosistemi presenti e per gli animali e vegetali tutelati (qualcuno ha paragonato il «bandierone» alla passerella sul Sebino di Christo).

Il parere preliminare si basa sul fatto che l’installazione ricade in un ambito classificato come parco naturale regionale, zona di riserva naturale parziale, zona di protezione speciale e zona speciale di conservazione. A rafforzare un parere prettamente tecnico, c’è anche una lettera del presidente della Comunità montana Oliviero Valzelli, che interpreta «la sensibilità del territorio camuno». Valzelli chiede di indirizzare le intenzioni del comitato a un «coinvolgimento culturale degli studenti della Valle», suggerendo di far loro leggere «gli innumerevoli scritti che i soldati dei due fronti ci hanno lasciato, per non dimenticare il loro sacrificio e perché altre guerre non si ripetano».

La replica di Bontempi è stizzita: a metà settembre si riunirà il comitato e deciderà il da farsi, ma comunque, dice, «andremo avanti in un modo o nell’altro». «È un errore - dichiara -, perché poteva essere una festa per tutti, invece si dice di no e nessuno ne trarrà beneficio, neppure i commercianti. È tutta una questione politica, ma non voglio polemizzare. Non capisco però perché l’elicottero in questo caso dà disturbo, mentre per il Pellegrinaggio girare a più non posso oppure per portare Sgarbi no. E un albergo a tremila metri al passo Presena? Qualcuno ha preso una cantonata: se non lo faremo lì, lo faremo a Campo Marte o al Teatro Grande, ma la cosa è dei camuni e sarebbe assurdo».

 

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