Il nuovo supermercato prosegue il cammino e agita Iseo
Al netto del nome utilizzato («media struttura di vendita» in luogo di centro commerciale) pare proprio che il nuovo supermercato non piaccia ai cittadini di Iseo. Ben diverso l’atteggiamento del Comune, che si aspetta «un’iniezione di liquidi», visto che gli oneri introitati potranno attestarsi intorno ai 400mila euro.
Le prime polemiche sul tema sono sorte dopo l’incontro di verifica ambientale sul progetto «Conad», svoltosi lo scorso 30 settembre: hanno infatti fatto la loro comparsa volantini affissi nel centro di Iseo, sia da parte del gruppo di minoranza «Iseo anch’io» sia da parte del gruppo Yper Yseo, oltre alle schermaglie sui social network.
Le perplessità riguardano soprattutto l’opportunità di costruire una «cattedrale nel deserto» e la posizione dell’Amministrazione comunale.
Sul primo punto, la posizione del Municipio è chiara: «Gli ambiti commerciali inseriti nel Pgt sono tre ed oltre a quello di viale Europa ci sono le aree di Covelo e quella vicino al cimitero - spiega l’assessore ai Lavori pubblici ed urbanistica Pasquale Archetti -: la media struttura di vendita che probabilmente sorgerà in viale Europa sarà di 1.500 metri quadrati con 600 mq per laboratori di trasformazione ed uffici ed altri 300 mq per magazzini. Il 21 ottobre si terrà una seconda conferenza di verifica dopo la quale verrà deciso se il progetto potrà continuare l’iter o dovrà essere assoggettato a Vas; per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione, il cui computo non è ancora certo, non si sa se potranno essere inseriti a bilancio 2015 o 2016, ma saranno tra i 400 ed i 500mila euro».
«Esprimiamo tutte le nostre perplessità sull’incremento della grande distribuzione organizzata anche sul territorio di Iseo - afferma Sandra Mazzotti, referente del circolo Acli di Iseo che ha promosso un Gruppo di acquisto solidale a cui partecipano oltre cinquanta famiglie -. Non condividiamo la scelta di insediare un nuovo supermercato in un territorio già saturo in quanto ad offerta commerciale. Sono già troppe le strutture che rischiano il fallimento».
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