Birra: la bevanda che non sente la crisi
Malgrado il calo generale dei consumi, alla birra non si rinuncia, specie in birreria, al bar, al ristorante e in pizzeria. Non solo tra i giovani visto che sotto i cinquanta risulta la bevanda alcolica preferita e batte il vino che vince invece dai 50 anni in su.
Così il mercato della birra tiene. A fronte di un calo dei consumi alimentari di circa il 3 per cento, i dati 2012 relativi al settore birrario, indicano una sostanziale stabilità rispetto al 2011 attorno ai 13 milioni di ettolitri per un giro d’affari stimato in 5 miliardi di euro.
Un fenomeno in costante crescita nel settore è quello delle nicchie di mercato come le birre artigianali, che crescono attorno al 10-20% l’anno che coprono il 3-4% dei consumi totali. E sono proprio i birrifici artigianali che spingono i consumi.
Secondo un’indagine AssoBirra del 2012, la birra è una delle bevande alcoliche più amate dagli italiani. La beve, almeno saltuariamente, il 71 per cento degli italiani maggiorenni, una percentuale che solo tre anni fa era ferma al l 60 per cento.
Il 2011 è stato l’anno del sorpasso della birra sul vino tra i consumatori con meno di 54 anni, un sorpasso che oltre quella età non è ancora avvenuto.
Secondo Assobirra, a trainare il consumo è la fascia dei consumatori che bevono birra meno di una volta a settimana, passati in un anno dal 35,3% al 36,3%, mentre crescono del +18% quanti si concedono lo sfizio di una birra una volta al giorno (da 7,2% all’8,5%).
Detto di qualche numero su un fenomeno in crescita, proviamo a mettere ora la birra in tavola immaginando alcuni abbinamenti, una scelta meditata che coinvolge un numero sempre maggiore di appassionati.
Le birre lager a bassa fermentazione ben luppolate si sposano con piatti di mare leggeri, carni bianche fredde o anche calde, ma non molto salsate, funghi, riso allo zafferano, fritto misto vegetale, carciofi e asparagi bianchi; le lager moderatamente luppolate invece sono ottime con prosciutto crudo, salumi, uova, pesce ai ferri, pasta in bianco, mozzarella, patate.Le weizen ad alta fermentazione sono perfette con cibi aromatizzati, frittatine alle erbe aromatiche, salsicce aromatizzate con erbe, carni bollite, pesce bollito, asparagi e piatti vegetariani.
Le doppio malto speciali e d’abbazia chiare vanno bene con carni rosa o rosse, agnello, formaggi a pasta dura e semidura, formaggi erborinati, pasta condita con sugo intenso come l’Amatriciana. Con pesci affumicati e salumi affumicati come lo speck, crostacei, formaggi di capra, tagliatelle con vongole, piatti con pomodoro, ma anche con dessert semplici vanno benissimo le birre rosse.
Chiudiamo quest’ultima puntata del nostro viaggio nei birrifici bresciani con le tre schede qui sotto e un po’ di storia.La birra è una delle bevande alcoliche più antiche in base ai reperti archeologici. Dovrebbe avere 5 mila anni. Il vino però, dopo i recenti ritrovamenti di vinaccioli in Mesopotamia, la batte perché ne avrebbe 8.000. In realtà sono diventate storie parallele: vino nei Paesi caldi, birra dove la vite non matura.
L’origine pare sia dovuta all’abitudine di conservare i cereali nell’acqua (ambiente quindi favorevole per innescare la produzione del malto e la fermentazione) per combattere le infestazioni. Circa 5000 anni fa gli Assiri, tra il Tigri e l’Eufrate, producevano una bevanda fermentata a base presumibilmente di orzo e al British Museum di Londra è custodito un documento, il «Monument Blau», che è stato ritrovato sulle rive dell’Eufrate e in cui è citata la birra. Alcuni contenitori utilizzati per la birra sono stati ritrovati anche nelle tombe dei Faraoni.
Il merito di aver portato in Europa la birra spetta ai Greci, trovando terreno fertile presso i Galli e i Celti; i Romani invece preferivano il vino alla birra.
Comunque l’Europa risulta da secoli divisa da un confine virtuale al di sopra del quale si beve la birra e al di sotto il vino. Ma tutto è ormai globale. La birra si beve in tutto il mondo anche se le sue patrie di origine, che hanno fatto nascere degli stili precisi sono i Paesi Aglosassoni, la Germania comprendendo i Paesi che gravitano a Est della Germania, il Belgio (con le celebri birre trappiste) ed infine gli Usa che hanno introdotto stili propri. Ma c’è anche la birra Giapponese (piuttosto acidula) e quella Cinese. Basta che ci sia una fonte di amido e il gioco è fatto.
Gianmichele Portieri
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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