Sanità d’eccellenza: grazie a chi ha salvato mio marito

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A fronte di alcuni casi di «malasanità» ci sono tanti casi di sanità eccellente. Io ho conosciuto uno di questi casi eccellenti. Mio marito è stato colpito, giorni fa, da un infarto. In attesa dell’arrivo dell’ambulanza, mio nipote gli ha praticato il massaggio cardiaco. Arrivati i volontari del 118, continuando il massaggio cardiaco, è stato trasportato all’ospedale di Chiari, dove per qualche giorno la sua vita appariva appesa ad un piccolo filo. Subito ho capito che mio marito era in buone mani: il personale medico, paramedico ed ausiliario, del reparto di cardiologia, ha dimostrato tanta professionalità abbinata a grandi dosi di umanità. Dimesso dall’ospedale ha passato alcuni giorni di riabilitazione al Centro «don Gnocchi» di Rovato. Anche qui professionalità ed umanità si sono sempre date a braccetto. Nei due presidi sanitari, mio marito, non è mai risultato il numero 15 o 27, ma il Sig. Luigi del letto 15 o 27. E questo, per noi famigliari dell’ammalato, fa sentire il personale sanitario vicino al nostro dolore ed alla nostra apprensione. Per me il 2017 inizia nel migliore dei modi, il marito sta velocemente riprendendosi, anche dalle fratture alle costole causate dall’energico massaggio cardiaco che, però, gli ha salvato la vita. Voglio ringraziare, mio nipote, tutto il Personale (mi permetta di scriverlo con la P maiuscola, se lo meritano) medico, paramedico ed ausiliario sia dell’ospedale di Chiari che del centro riabilitativo «don Gnocchi» ed i volontari dell’ambulanza per la professionalità e l’umanità che hanno saputo sempre mettere in campo. Per l’esperienza vissuta posso dire che abbiamo un servizio sanitario di eccellenza e di grande umanità. Non sempre è così scontato.

// S. L.
Zocco di Erbusco

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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