"Ha usato la brina sull'auto per bere"

Incredibile disavventura di uno svizzero tedesco che perde la strada e passa 5 notti tagliato fuori dal mondo
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A raccontarla non sembra vera, ma si sa, la realtà supera, molto spesso, la fantasia.
È mai possibile che oggi si possa rimanere «tagliati fuori dal mondo» per ben cinque giorni e cinque notti senza riuscire a comunicare con l'esterno, senza cibo, senza soldi, senza benzina?

Sembra impossibile, ma è quel che è successo ad uno svizzero tedesco, Beat Mirer, 47 anni, che il giorno dell'Immacolata parte da casa per raggiungere l'amico Michele a Pisogne.
«Eravamo al cellulare, perché il mio amico doveva uscire a Pian Camuno dalla statale 42. Il problema è che ha mancato l'uscita e volevo dargli altre indicazioni». Il telefono, però si scarica. Il 47enne decide di proseguire in auto cercando di orientarsi.

Un girovagare interrotto per cercare in un bar la possibilità di ricaricare il cellulare. Ha provato a farsi capire, ma la sua personalità introversa e la totale mancanza di parole in italiano non lo hanno aiutato, tanto che non è riuscito nell'intento.
Come se non bastasse in tutto questo girare per la provincia bergamasca il serbatoio è presto svuotato. Che fare a quel punto?

«Sono state ore e poi giorni di angoscia totale - prosegue ancora Michele - ho subito sporto denuncia ai carabinieri e poi, non trovandolo, ci siamo rivolti anche a "Chi l'ha visto"».
Se da un lato c'era chi lo stava cercando, dall'altro Beat, ormai esausto, infreddolito e senza forze perché privo di qualsiasi genere alimentare, finisce il suo peregrinare senza meta in un parcheggio di Seriate. Qui, finalmente, la svolta. Ad accorgersi di quest'uomo chiuso in auto che mangiava la brina dei vetri per bere qualche goccia d'acqua un 30enne, abitante della casa di fronte al parcheggio.

Il ragazzo ha avvicinato lo svizzero, invitandolo ad entrare in casa, a scaldarsi, a mangiare qualcosa e soprattutto a rimettersi in contatto con il mondo, in primis con l'amico Michele.
Il salvatore di Beat trasferisce la scheda dal cellulare scarico al proprio e da lì parte la telefonata del «ricongiungimento».
«È stato un sollievo enorme - prosegue Michele - le ricerche ovviamente stavano proseguendo, con appelli anche alle tv locali. Quando ho sentito la sua voce sono stato felicissimo».

A quel punto l'amico svizzero è stato «prelevato» da Seriate e portato finalmente a Pisogne, dove ha potuto riprendersi dallo shock degli ultimi, incredibili giorni.
«Era molto spaventato e stanco e avrà perso come minimo un chilo al giorno - continua Michele -. Ora stiamo capendo come riaccompagnarlo in Svizzera, a casa, aspettiamo la fine dello sciopero dei benzinai e che stia meglio, nonostante il suo capo lo vorrebbe già al lavoro». Insomma, tutto bene quel che finisce bene, anche se l'incredibile serie di disavventure - si scarica il cellulare, si rompe il cavetto per la ricarica in auto, i benzinai sono chiusi, il bancomat è rimasto in Svizzera, i soldi in tasca sono finiti, nessuna delle persone contattate conosce il tedesco - hanno il sapore amaro di una crudele burla del destino.


Cecilia Bertolazzi

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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