Garda

Ladra col pancione ruba e scappa nei campi

In tasca tre orologi, un collier, gli orecchini. Minaccia il padrone di casa e poi fugge nei campi. Presa dai Cc
AA

In tasca tre orologi, un collier, degli orecchini. Ma anche un punteruolo. Nel ventre una creatura, la seconda. Nella roulotte, al campo nomadi di Calcinatello, ad attenderla ce n'è un'altra, di poco più di un anno. Lei, 23 anni, e la cugina di 21, mentre i piccoli aspettano, sono a tentare il colpo in via Monteroseo, a Bedizzole.

Giocano con il favore delle tenebre, appena calate sulla campagna a sud del paese. Prendono di mira una villetta «spenta». Lo fanno con scarso anticipo. S. R. forza una porta finestra. E. R. resta fuori, si veste da «palo». La prima si introduce in casa, trova la cassettina porta gioie e la svuota.

Le sue impronte sono ancora calde quando la padrona di casa, che ha notato la sospetta presenza del «palo» sul marciapiede, infila le chiavi nella toppa. La donna, 52 anni, apre la porta, accende la luce e la sorprende con le mani sul bottino. S. R. scappa, sulla sua strada però si manifesta il marito, appena rientrato con un famigliare. Mentre il suo accompagnatore ferma la complice, l'uomo rincorre la ladra. Che riesce a divincolarsi impugnando minacciosamente il punteruolo.

Scatta l'allarme. Nel giro di pochissimi minuti sul posto si presentano i carabinieri della stazione di Bedizzole. Gli uomini, guidati dal maresciallo Maurizio Caserta, sono per strada: stanno effettuando un servizio di prevenzione contro l'escalation di furti che sta segnando la provincia in queste settimane. Quando arrivano sul posto prendono in consegna il «palo» e lo portano in caserma, mentre partono le ricerche della cugina che è riuscita a darsi con il bottino. Il comandante della stazione ordina il rompete le righe. Poi si ripresenta in borghese sul luogo del delitto. Immagina che la ladra tornerà sui suoi passi, si nasconde e attende.

L'intuizione si rivela azzeccata. La nomade col pancione si ripresenta nei pressi della casa da poco derubata, nel tentativo di riprendersi la Fiat Panda con la quale si era presentata in via Monteroseo. Il maresciallo Caserta le dà il tempo di sedersi nell'abitacolo, poi interviene. La giovane si barrica in auto, si sbarazza del punteruolo che aveva in tasca e cerca la fuga uscendo dal lato del passeggero. Il comandante della stazione di Bedizzole si mette al suo inseguimento, nei campi della zona resi davvero pesanti dalla pioggia. La ferma e l'arresta. Il bottino viene restituito ai legittimi proprietari. Le due giovani nomadi finiscono ai domiciliari, dai loro piccoli. In attesa dell'interrogatorio di convalida.pi. pra

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo