La «Santona» di Prevalle: tutte accuse ridicole
«Sono cose che, nel 2011, fanno ridere i polli». Risponde così la «santona di Prevalle», al secolo Tersilla Tanghetti, a chi l'accusa di aver costretto gli ospiti delle sue strutture di Gavardo, Prevalle, Muscoline e Caino, non solo a mangiare il proprio vomito e escrementi di maiale, a vivere segregati al buio, a docce fredde e ad ore nella «posizione 4», ma anche a lavorare gratis per contribuire ad una nuova Gerusalemme e realizzare un bunker antiatomico in previsione della Terza Guerra Mondiale.
Imputata di associazione a delinquere, riduzione e mantenimento in schiavitù, sequestro di persona e maltrattamenti per fatti che risalirebbero addirittura al 2000, la donna, deus ex machina dell'Associazione «Sergio Minelli», lunedì è comparsa davanti alla Corte d'assise che la sta processando insieme a 15 suoi collaboratori, accusati a vario titolo degli stessi reati. Al termine dell'udienza riservata alle eccezioni preliminari, e rinviata al prossimo 20 dicembre, la donna si è detta serena.
«Non credo solo in Dio - ha dettoo - ma anche nella giustizia terrena. Se fossi davvero una persona che sfrutta il prossimo come potrebbero spiegarsi alcuni dati di fatto? Per vent'anni ho ospitato Emanuela Saretti (una delle persone offese, ndr), non le ho chiesto un centesimo. Le ho lasciato la sua pensione di invalidità, l'assegno di accompagnamento e i buoni postali dei quali è intestataria. Se volevo sfruttarla, perché non approfittarne nella maniera più semplice, privandola del denaro che le spetta?».
L'accusa, rappresentata in aula dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, sostiene invece il contrario.
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