Al lupo al lupo diventa attenti al cane

Non c'è nessun lupo. Nessun predatore da stanare. Il famelico assalitore di ovini e caprini nel Bresciano altri non è se non un cane inselvatichito. Con buona pace di avvistamenti, immagini e suggestioni. A chiudere (definitivamente) la vicenda è intervenuto l'assessore provinciale alla Caccia, Alessandro Sala.
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Non c'è nessun lupo. Nessun predatore da stanare. Il famelico assalitore di ovini e caprini nel Bresciano altri non è se non un cane inselvatichito. Con buona pace di avvistamenti, immagini e suggestioni. A chiudere (definitivamente) la vicenda è intervenuto l'assessore provinciale alla Caccia, Alessandro Sala.

«Dopo tutte le verifiche del caso - sottolinea l'assessore - e dopo aver fatto analizzare le carcasse degli animali assaliti ed altri elementi, possiamo escludere con certezza che il responsabile degli attacchi sia un lupo. Anche perché, credo che in tutta l'Italia settentrionale non ne esistano più di 5 o 6 esemplari, nessuno dei quali si trova sul nostro territorio».

Come confermato da Sala, gli agenti della Polizia provinciale «hanno operato fin da subito per cercare di capire il contesto entro il quale sono avvenuti gli episodi incriminati. Ad esempio - prosegue Sala - raccogliendo campioni organici da inviare al laboratorio Ispra per stabilire l'origine genetica dei predatori». Così l'Assessorato ha avuto gli strumenti necessari per cancellare la «psicosi lupina» originatasi in seguito agli undici attacchi verificatisi tra aprile 2008 e gennaio 2011.

Lupo o non lupo, il dilemma... sta nei rimborsi. Se infatti i cosiddetti episodi di predazione fossero attribuibili proprio al Canis lupus italicus (questo il nome scientifico), l'eventuale risarcimento sarebbe in carico alla Regione, in particolare agli uffici che si occupano del settore Faunistico. «Noi come Assessorato - specifica Sala - possiamo solo fare da tramite, trasmettendo agli organi competenti tutta la documentazione necessaria».

Ben diversa è la situazione se, come sostenuto da Sala, si ha a che fare con cani selvatici. «In quest senso - specifica ancora l'assessore - ci sono due livelli di azione. Per prima cosa, in caso di attacco è importante contattare il veterinario dell'Asl competente affinché l'attestazione del danno possa essere trasmessa all'Azienda sanitaria stessa. Sarà quindi l'Asl a raccordarsi con la Regione, visto che spetta proprio all'Assessorato alla sanità del Pirellone occuparsi degli indennizzi. Un aspetto, quest'ultimo, da ribadire con forza, visto che in certi casi si è invece chiesto conto ai Comuni per i danni subiti».

Il messaggio di Sala è chiaro. «È importante seguire la procedura con attenzione, per evitare che ai danni subiti si aggiunga... la beffa di non ricevere alcun rimborso».
Resta però il problema di come mettere fine a questi attacchi. «L'Assessorato e la Polizia provinciale - ha concluso Sala - hanno messo in campo tutte le energie per risolvere la situazione, acquistando anche nuove apparecchiature per migliorare il monitoraggio delle zone colpite. Non è comunque facile tenere sotto controllo tutto il territorio, senza contare che l'unica strada consentita è quella della cattura, di cui si dovrà occupare un accalappiacani. Gli agenti della Polizia provinciale faranno tutto quanto necessario per risolvere questa emergenza che minaccia seriamente delle microeconomie che possono trovare anche in pochi capi di allevamento, un importantissimo sostegno supplementare al proprio reddito».

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