Sei giorni di corsa estrema nel Sahara
Non si diventa podisti per caso. Nè, tantomeno, ci si può improvvisare podisti «estremi». Per intendersi, quelli che si divertono a correre solo «dalla maratona in su». Ma il caso ci infila spesso lo zampino, a propiziare grandi imprese, mettendo ali ai sogni prima che alle gambe.
A Luca, Corrado, Fulvio e Sandro, l'idea di partecipare dal 6 al 16 aprile alla 27ª edizione della Sultan Marathon des Sables nel Sud del Marocco, considerata la più massacrante e affascinante corsa a piedi («ultra-trail») del pianeta, è venuta in un modo molto semplice: conoscendosi (questo sì «casualmente») sulla stessa pista d'allenamento quotidiano, il Parco Camillo Tarello di Brescia.
Chiamiamola pure una favola moderna, i cui eroi potrebbero essere dei normalissimi Clark Kent che aspettano solo l'occasione buona di trasformarsi in Superman. Tali appaiono in effetti, pur in una esemplare sobrietà comportamentale, a sentirli raccontare cosa dovranno affrontare, e soprattutto come, nei 250 chilometri suddivisi in sei tappe fra le piste sabbiose e le dune del deserto.
Correranno, assieme ad un migliaio di atleti di svariate nazionalità e lingue, a temperature diurne di oltre 30° in completa autosufficienza alimentare, dotati di zaino e pochi effetti personali: sacco a pelo, lampada, bussola, coltello, pompa succhia-veleno, specchio di segnalazione ed altre poche cose.
L'organizzazione fornirà acqua, punti di ristoro, tende berbere per la notte, e assistenza medica. Ma la forza, l'anima, la passione e, in alcuni momenti, anche la disperazione, ce la dovranno mettere loro, questi quattro runner estremi. Che avventura. Due bresciani «doc», Fulvio Moneghini, 45 anni, originario di Salò ma con un'attività nell'ingrosso di caffè a Brescia; e Sandro Gaffurini, 40, residente in città e dipendente in un negozio di ottica del centro, entrambi preparati dal dott. Huber Rossi dello «Sport Center Marathon» di Brescia. E due bresciani d'adozione: il veronese Luca Battistoni e il comasco Corrado Ratti, 47 e 48 anni, imprenditori nel campo delle materie plastiche, con ufficio a Brescia Due.
Tutti divisi tra lavoro, famiglia e sport. Allenamenti quotidiani al Tarello, in pausa pranzo, più un «lungo» domenicale, a scelta. Cosa li spinga a sfidare il deserto lo spiegano in toni quasi francescani, delineando un «agonismo solidale» che fa onore all'impresa sahariana di tutti gli ultramaratoneti: «Dimostrare come uomini comuni quali siamo possano compiere imprese straordinarie e lanciare un messaggio diverso da quello comunemente gestito da un atleta professionista e dal merchandising degli sponsor. Con i nostri sponsor vogliamo garantire un fondo economico a popoli che per ragioni sociali e politiche vivono ai margini del nostro pianeta». Alla «Maratona delle Sabbie», Luca, Corrado, Fulvio e Sandro, ci arrivano come quartetto organizzato nella società «Team4Run Challenge», dopo aver accumulato nelle gambe 3.000 km a testa in 8 mesi. «E non finirà qui...».
La favola promette repliche.
Valerio Di Donato
Su www.darbaroud.com si possono trovare i tempi e le classifiche in diretta.
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