La bresciana Togni: «Sono salva per un soffio»

«Se non mi fossi infilata nella prima tranche di atleti che sono partiti alle 10 ma avessi atteso le 10.20...». Una pausa esplicita a chiudere le prime parole che Maria Vittoria «Tite» Togni, runner bresciana - ideatrice di un metodo yoga per chi corre - ha postato su Facebook dopo che le esplosioni avevano lacerato la festa di Boston. E su Twitter a chi le chiede se è salva replica: «Per un pelo».
Parole che testimoniano lo sgomento della bresciana, che solo pochi minuti prima aveva tagliato il traguardo inchiodando il cronometro sulle 3 ore 46' e 36 secondi. «Sono arrivata prima delle bombe, ho raccattato le mie cose e me ne sono andata. Non ho visto nulla, ma una mia amica stava facendo il suo miglior tempo ed è arrivata a 500 metri dalla fine quando la polizia l'ha bloccata: ora si sente una miracolata», racconta.
Dopo il dramma, l'obbligo di restare in albergo, come per tutti gli atleti. E proprio dalla sua stanza la Togni lancia via Twitter (@titeyoga runner) un messaggio di fermezza e civiltà: «"Terrorizzati" - scrive commentando una notizia online - è un po' esagerato e farebbe il gioco degli attentatori».
L'apprensione per le sorti di Tite, sulle prime, ha alimentato i post dei runner bresciani sul blog di «Atletica Brescia Marathon», dai quali si apprende che altri due podisti locali erano a Boston: Giovanni Benedusi, rimasto tuttavia in albergo per un'indisposizione prima della gara, e Federico Pozzi, di cui si sa che ha dovuto sospendere la gara al 40esimo km dopo 4 h e 14'.
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