Bomba alla Piccola, 5 ore col fiato sospeso

Le operazioni procedono: al momento è stata tolta la spoletta posteriore, ora si lavora su quella anteriore.
AA

Il giovedì di "fuoco" prosegue. Al momento è stata tolta la prima spoletta, quella posteriore. Gli artificieri stanno ora operando su quella anteriore che, come si ipotizzava, sta dando maggiori difficoltà. Quando anche quest'ultima sarà tolta - si stima che l'operazione possa durare un'altra ora - si procederà con il trasferimento della bomba a Rezzato, per farla esplodere in una cava.

Le operazioni di despolettamento sono cominciate intorno alle 8.30. Una squadra di 22 uomini del X Reggimento Genio Guastatori di Cremona è al lavoro per permettere la rimozione dei due detonatori, quello anteriore e quello posteriore, e disinnescare così l’ordigno bellico. La rimozione avviene a distanza, attraverso la tecnica della chiave a razzo o ad impatto.

Nel frattempo, già da questa mattina presto, circa un migliaio di persone sono state fatte sgomberare per eseguire in totale sicurezza il despolettamento e quindi la rimozione della bomba d'aereo trovata durante le operazioni di bonifica in corso nello scalo ferroviario della Piccola Velocità, in via Dalmazia.

Dopo aver posato nell'area più di ottocento metri cubi di terriccio a costituire un cono di protezione in caso di scoppio accidentale dell'ordigno, gli artificieri del X Guastatori di Cremona stanno eseguendo il delicato intervento di rimozione delle due spolette a percussione, operazione che poi si concluderà con il brillamento dei 125 chilogrammi di tritolo e amatolo che armano la bomba americana dentro la cava Rezzola di Rezzato.

L'ordigno è una AN-M 43 da 500 libbre ad alto potenziale, una bomba che si distingue a vista dalle omologhe inglesi per la presenza di una coppia di ganci che trattenevano l'involucro al carrello di sgancio del Liberator.
Le due spolette da rimuovere per disarmare la bomba sono in acciaio e sono avvitate in un filetto ricavato nell'involucro di ghisa della bomba. Per svitare le spolette gli artificieri faranno uso di un duplice metodo: i primi tentativi saranno eseguiti in remoto (ovvero a distanza con comando a filo elettrico) da una chiave a razzo azionata da due cartucce di calibro 12,7 mm.

Qualora la spoletta frontale non dovesse svitarsi dalla sua sede a causa del danneggiamento subito nella caduta dall'alto, si procederà con il sistema a percussione (una massa battente azionata da un meccanismo comandato a distanza), mentre in ultima istanza vale l'ipotesi di impiegare una miccia detonante che possa spezzare in due l'involucro in ghisa dell'ordigno per svuotarlo dell'esplosivo con cui è stato caricato.
Un'ipotesi estrema a cui in genere non si giunge se non solo come soluzione estrema.
 

Secondo il cronogramma dell'intervento le operazioni di disinnesco della bomba saranno avviate solo dopo le 8.20, ossia quando si avrà avuto notizia della partenza dell'ultimo treno diretto a Milano (alle 8.09).


Le persone sfollate potranno recarsi nei centri di accoglienza, nella sala teatro dell'ex sede circoscrizionale di via Livorno e la Parrocchia di San Benedetto del Q.re Primo Maggio sino alla conclusione delle operazioni.

r. ma.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato