Villaggio turistico e l’impatto dei mini-alloggi

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È tuttora d’attualità, essendo stato recintato il cantiere, la realizzazione del villaggio turistico a Clusane d’Iseo,quella assurda lottizzazione nata negli anni ’90, trascinata con alterne vicissitudini che hanno visto coinvolti i vari Enti preposti alle autorizzazioni, con il risultato che abbiamo sotto gli occhi e che il cittadino comune fatica a giustificare se non come frutto della situazione politico-amministrativa italiana in cui ci troviamo da anni e da cui non si intravede una imminente via d’uscita. La novità dell’incontro proposto dalla proprietà con le associazioni ambientaliste avvenuto il 20 febbraio è certamente interessante, perché denota la sensibilità ed offre interessanti margini di trattativa a vari livelli che potrebbero consentire nuove soluzioni, da quella, la più logica, ma purtroppo al momento lontana, anche se potrebbe essere la migliore in assoluto. Essa sarebbe costituita dalla permuta volumetrica con altra area con destinazione turistico-residenziale (perché non riconsiderare l’area tra Iseo e Covelo, già così destinata e poi del tutto fuori luogo trasformata in commerciale?): la soluzione non è astratta ed ha diffusi precedenti in Italia ed in Europa ed oltretutto è consentita dal nuovo regime urbanistico relativo ai Pgt. Naturalmente gli interlocutori fondamentali sarebbero il Comune e la Proprietà, che potrebbero approfondire la problematica, una volta sgombra da ogni pregiudizio e qualora le parti fossero convinte di ottenere un ottimo risultato dal punto di vista ambientale, mediante la creazione di un grande parco naturalistico con valenza botanico-turistica, aperto alla didattica, senza una cementificazione contraria ad ogni logica ambientale, oltrettutto alle attuali leggi ed agli orientamenti in materia di consumo del suolo. Non esiste infatti, allo stato attuale, alcuna giustificazione a favore dell’insediamento del villaggio su quell’area, il cui uso edificatorio è in netto contrasto con tutte le regole urbanistiche attuali, tecniche, geologiche del buon costruire (ne è «datato» il criterio di approvazione), cosa riconosciuta nell’incontro persino dalla Proprietà e dal suo tecnico, mentre a favore esiste solo un iter pregresso che qualsiasi logica di buon senso dovrebbe correggere a qualsiasi costo. Mi augurerei che quella da me auspicata potesse essere la soluzione finale: ma al momento esiste solo il tentativo di compromesso in atto, nella speranza almeno di arginare il «misfatto»,comunque apprezzabile ed in grado al massimo di garantire un corridoio ecologico ed un miniparco naturalistico, che risulteranno comunque un ibrido con discutibili interferenze di ogni genere, poiché, per quanto studiato, mitigato e piantumato, un insediamento di 48 minialloggi con le relative pertinenze, i servizi e le varie esigenze di privacy, non potrà che essere problematico e discutibile in quel contesto: del resto, per rendersene conto, basta visionare la vita dei campeggi, che però, almeno, non hanno carattere di perenne stabilità e godono di strutture mobili, inserite nell’ambiente in modo provvisorio. Chissà che gli amministratori recepiscano in «extremis» il messaggio fuori da ogni polemica: chi scrive lo lanciò già in occasione del Pgt, senza avere avuto riscontri costruttivi, ma la speranza è l'ultima a morire! Gianmarco Pedrali Console Tci

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