Chiusura del Kag e polemiche politiche

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Sono un cittadino del comune di Pisogne e mi trovo oggi a scrivere prendendo spunto da una vicenda particolare che a tempi alterni anima da anni il dibattito nel nostro Comune. Si tratta del futuro dell’associazione Kag (capannone auto gestito), vicenda della quale anche la vostra testata si è recentemente occupata. Il bando che assegnava a tale associazione l’uso dei locali in via Neziole è ormai scaduto e l’Amministrazione, avendone tutte le facoltà, non l’ha rinnovato, presentando così un progetto relativo allo stabile in questione; tale edificio sarà messo a disposizione dei gruppi Soccorso Sebino e Vallecamonica Alto Sebino Procivil Camunia. Entrambe le associazioni oltre che ad essere preziosissime per l’attività che svolgono, hanno assoluta urgenza di una sede dignitosa da dove poter operare con maggior efficacia. Fatte queste debite premesse ora desidero porre un interrogativo; la questione Kag diventa solo l’occasione in cui ancora una volta, dopo pochi mesi dalle elezioni, questa giunta opera, volente o nolente, limitando la libera espressione e le libertà personali. La questione Kag viene gestita politicamente in modo eccelso: per anni l’attuale maggioranza, quando era in minoranza, ha battagliato contro tale associazione e ora, abilmente, mette tutto a tacere con il manto di una pia opera. Ma che fine hanno fatto i progetti che prevedevano la realizzazione di locali ad hoc per le due associazioni di volontariato? Perché la scelta di raffazzonare a qualche modo uno stabile già esistente spendendo comunque parecchi soldi? Non è forse che ci si sta facendo scudo con questa buona azione contro ogni sospetto di una rivalsa politica attesa da anni? Viene meno a Pisogne, ancora una volta dopo l’entrata in vigore del regolamento comunale, la libertà d’espressione. Si tenta di tarpare le ali a una realtà politicamente scomoda, una realtà che porta avanti idee condivisibili o meno, ma che di certo ha operato su questo Comune dando un forte contributo: dagli eventi culturali alle giornate di volontariato per pulire aree verdi dai rifiuti, e tanto altro ancora. Ma come possiamo noi liberi cittadini contestare questa decisione davanti al fatto che al posto di questo gruppo di giovani verranno messe realtà che tanto bene fanno per la nostra sicurezza. Non possiamo. Ma possiamo dire che soluzioni diverse potevano essere trovate perché ogni pezzo della libera espressione di un paese è un qualcosa che arricchisce il panorama culturale nel quale viviamo, e se lo perdiamo è una sconfitta per tutti. Soluzioni diverse erano già state progettate, ma messe in un cassetto e dimenticate. È preoccupante il clima che nel silenzio quasi generale si sta formando: è stato approvato un regolamento di polizia municipale, che fra le norme del comune buon senso ne mette altre che hanno del ridicolo e sanno più che altro di regolamento di condominio; vogliamo prendere ad esempio le norme che vietano l’uso di elettrodomestici dopo le 22, o il divieto di innaffiare i vasi qualora essi diano su suolo pubblico? Ma fra le norme giuste e quelle ridicole si acquattano divieti che da un punto di vista sociale fanno rabbrividire: è stato fatto oggetto di divieto «qualsiasi forma di accattonaggio mediante richieste di danaro o offerte di oggetti» (Art. 7 comma i); cioè siamo in un paese dove viene vietato chiedere l’elemosina o la vendita ambulante; siamo in un paese dove non solo è umiliante stare al ciglio della strada e chiedere aiuto, perché è umiliante fuori ogni ragionevole dubbio, ma chiedere aiuto viene pure vietato. Vogliamo forse pulire le strade per pulirci le coscienze? E così nel silenzio andiamo avanti, usando i pochi mezzi che la nostra democrazia ci offre; andiamo avanti anche se a ogni critica veniamo accusati di essere solo dei «rosiconi» che non hanno digerito la sconfitta alle amministrative di quest’anno. Perché se è questo il prezzo da pagare per dirci scandalizzati che una associazione culturale venga messa alla porta con tanto di annuncio dato dall’assessore con delega alle realtà associative, o che vietare l’elemosina è un ulteriore accanimento verso fasce sociali già umiliate dalla loro condizione, probabilmente lo pagheremo. La libertà d’espressione vale molto di più. A proposito di Kag, da chi si farà prestare l’impianto audio il comune per le kermesse di factory natalizie dei suoi assessori? Chi andrà a montarglielo? E chi a smontarglielo? Firmato da un ragazzo che il Kag lo frequenta poco ma a cui piacciono la pluralità e la libera d’espressione. Giovanni Bettoni Pisogne

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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