Carreras, voce davvero generosa
Bastano pochi minuti di musica a José Carreras per conquistare il pubblico bresciano, accorso numerosissimo al Grande per il concerto benefico a sostegno di Essere bambino, dell’Abe e della Fondazione internazionale contro la leucemia fondata dal tenore stesso. Che cala uno alla volta i suoi sette/otto assi.
Il canto spiegato ad ampio respiro, senza bisogno di alzare la voce; un fraseggiare spalancato che sa dilatare perfino i brevi segmenti del canto popolare; un suono arrotondato e morbido; musicalità a grandezza naturale; scorrevolezza e spontaneità d’eloquio; la semplicità trasformata in pura espressione; accento nobilmente umile; autorità scenica indiscussa.
Posto su un leggero rialzo in legno, Carreras domina il centro del palco, a metà strada fra pianoforte e quartetto d’archi. La solare estroversione della sua voce è rimasta intatta, invitante il colore, il timbro spettacolarmente comunicativo. Il tenore spagnolo sa venirti incontro, all’istante ti senti accolto, a tuo agio. In questo tipo di repertorio (canzoni napoletane e romanze da camera) occorre abbattere ogni barriera divistica, si devono avvicinare interprete e ascoltatore, eliminando timori reverenziali o eccessi da star. In ambienti così familiari, Carreras va a nozze.
Brescia gli tributa un enorme successo: applausi calorosi, nei tre bis tutti si alzano. Carreras saluta commosso, guardando un palchetto alla volta, quasi a voler salutare i presenti uno a uno, ricambiato da sorrisi e da calore. Abbraccia l’amico Adriano Fracassi, promotore della serata, riceve fiori e ovazioni. Sul volto una tranquilla serenità.
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